Mensa scolastica: il Comune di Soverato conferma gli aumenti. Ora anche sulle fasce deboli.

Comune SoveratoPrezzo pieno anche per i nuclei familiari poveri. Equiparati residenti e non.

Il Comune di Soverato continua con i tagli ai servizi, soprattutto nel sociale: dopo la chiusura dell’asilo nido ora è la volta dell’aumento delle tariffe mensa per gli alunni delle scuole materne ed elementari che appartengono alle fasce più povere della popolazione. Già. Proprio così. La delibera del commissario prefettizio, Maria Virginia Rizzo, n. 60 del 5 agosto 2013, pubblicata stamattina in albo pretorio, prevede infatti che solo chi ha un reddito Isee pari a zero, cioè risulti completamente nullatenente, potrà beneficiare del pasto gratuito. Chi invece abbia un reddito Isee da 0,01 in su, quindi anche pari a pochi euro, non rientrerà più negli scaglioni ridotti previsti finora, ma pagherà prezzo pieno: 3,74 euro a pasto, pari a circa 90 euro al mese. Insomma, nessuna proporzionalità ed equità fiscale per i nuclei in difficoltà economica, in modo da far pesare meno la differenza rispetto a quelli facoltosi. Pagheranno tutti il prezzo di 3,74 euro per ogni ticket. Somma che comunque aveva già suscitato proteste e polemiche lo scorso anno nei confronti dell’amministrazione Taverniti, in quanto risultava aumentata considerevolmente rispetto agli anni precedenti.

Unico dato positivo rispetto a queste dolenti note è il fatto che, a quanto risulta dalla delibera, il prezzo di 3,74 euro sarà uguale per tutti, residenti e non. In questo modo è stata “sanata” un’altra delle situazioni che lo scorso anno era stata al centro delle proteste, e cioè la “discriminazione” che era stata operata tra i bambini di Soverato e quelli che arrivano dai paesi del comprensorio. A questi ultimi, infatti, era stato richiesto per l’anno 2012/13 un prezzo maggiorato rispetto ai primi, pari a 4.50, per un totale a blocchetto che superava i 112 euro al mese. Una differenziazione che aveva incontrato vivaci polemiche da parte dei genitori – che la ritenevano ingiusta anche sotto il profilo giuridico oltre che di opportunità – sulla quale il Comune ha ora deciso di tornare indietro (anche se la discriminazione non è stata annullata del tutto, dal momento che i bimbi non residenti con reddito zero non sono esenti al pari dei soveratesi).

Tornando agli aumenti sulle famiglie meno abbienti residenti in città, i nuclei familiari più poveri dovranno quindi rassegnarsi a pagare, a meno che non siano a reddito zero, la stessa identica cifra di tutti gli altri per far mangiare i loro bimbi a scuola. Certamente non sono belle notizie. E pur se giustificate in delibera con vari riferimenti al piano di riequilibrio finanziario, alla mancanza di contributi provinciali, alla necessità di tenere conto anche dei costi di acqua, gas, luce e servizio locali cucina, non può che lasciare l’amaro in bocca per un ennesimo indietreggiamento nei servizi e nei diritti di cittadinanza nei confronti dei più piccoli e dei più deboli.

Teresa Pittelli

 

By Teresa

Giornalista, ora anche blogger, vive nei dintorni di Soverato con il marito Orlando e i due figli Viola e Luigi. Cerca di scrivere quello che di bello e di brutto succede nella sua terra, e conservare obiettività e serenità anche quando il contesto non aiuta.

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