Una sanità a rischio smantellamento sia a livello ospedaliero che a livello territoriale. Non solo c’è il concreto pericolo che venga chiuso il laboratorio analisi di Soverato (come da decreto firmato lo scorso 2 aprile del commissario alla sanità, Massimo Scura), unico rimasto sul territorio. Ma anche gli ambulatori di diabetologia sarebbero nel mirino dei tagli, considerando anche le condizioni igieniche precarie e le carenze d’organico con le quali i medici sono costretti a lavorare. E non è tutto. A quanto risulta, nel nuovo piano sanitario la sede del distretto verrebbe fatta coincidere con quella della Casa della salute: il distretto potrebbe quindi essere spostato da Soverato a Chiaravalle. Si sta dunque rischiando una chiusura dei battenti dell’intero sistema dei servizi sanitari che la città offre ai suoi cittadini e a quelli di un vasto comprensorio. Ma a Soverato c’è una classe dirigente e soprattutto una comunità in grado di resistere? Nelle manifestazioni organizzate nel 2013 a difesa della pediatria ospedaliera (e dell’asilo nido La Coccinella che invece è stato chiuso dalla commissaria Rizzo e trasformato in un centro operativo misto di protezione civile dal commissario Bigagnoli) c’erano in gran parte mamme, papà, medici, qualche sindaco. Non il grosso della cittadinanza.
Risorse ambientali soffocate dal cemento: irregolari sono quasi tutti gli stabilimenti balneari, abusive tante costruzioni ancora incompiute, inquietante il manufatto dell’Ippica, tutta da vedere la vicenda del waterfront, progetto che la soprintendenza – per bocca del commissario – avrebbe “bocciato” anche per l’impatto ambientale oltre che per le irregolarità procedurali. Le recenti manifestazioni “no cemento” sono state partecipate soprattutto da ambientalisti e genitori. E gli altri? C’è ora una classe politica in grado di riprendere in mano le opere pubbliche non solo per il vessillo della spesa dei fondi, di cui gloriarsi in un comunicato stampa, ma per lasciare alla collettività un paesaggio riqualificato, restituito alla bellezza, fruibile da cittadini e turisti? E c’è, ancora una volta, una comunità in grado di pretenderlo?
Raccolta differenziata dei rifiuti: sono quindici anni che paghiamo senza avere il servizio. L’amministrazione e le varie ditte incaricate che si sono susseguite negli appalti negli ultimi anni non sono mai riuscite a farlo partire. Compresi molti ex amministratori oggi candidati. Esiste la reale volontà di mettere alle strette la ditta, di puntare su capacità e competenze amministrative, per dare ai cittadini questo semplice diritto umano alla salubrità dell’ambiente, alla dignità del vivere civile e alla salute dei propri figli?
Ieri sera nei comizi finali tutte e tre le liste hanno fatto cenno a molti di questi temi. E tutte e tre hanno ricordato i punti del proprio programma nei quali figura la difesa del presidio ospedaliero, la raccolta differenziata, l’efficace e intelligente sfruttamento dei fondi europei per progetti di sviluppo del territorio. Il generale Pasquale Martinello ha ricordato la sua idea di città più efficiente, pulita e solidale, tornando a chiedere il voto per il futuro delle nuove generazioni e a non commettere l’errore di non andare a votare per sfiducia nella politica. Ernesto Alecci ha puntato di nuovo tutto sulla “novità” della sua lista CambiaMenti. Al grido di “chi vogliono prendere in giro” ha sottolineato che “le passerelle di politici e le promesse elettorali sbandierando amicizie e appartenenze di partito non servono se poi il laboratorio analisi chiude, se il lavoro non c’è, se dopo il 31 maggio nessuno di questi signori si ricorderà di noi”. Giulio Moraca e i suoi sei compagni e compagne di viaggio in Pd-Oltre hanno deciso invece per un comizio tutto di attacco della figura dell’avversario Alecci, parlandone come di un “traditore diventato popolare con i nostri voti e poi sparito” (Salvatore Riccio). Particolarmente veementi gli interventi di Vittorio Sica e Antonio Rattà, che insieme a Riccio avevano amministrato con lui fino a ottobre scorso.
Fortunatamente da oggi non è più tempo, però, di attacchi, minacce, video su youtube, scorrettezze, promesse, millanterie e raffiche di comunicati stampa. Oggi è il momento della riflessione. Di scegliere il candidato migliore usando come unico riferimento l’idea di ricostruire questa comunità slabbrata e ferita, facendola tornare solidale e felice, pulita e laboriosa, bella ed esuberante, insieme a chi ci amministrerà.
Teresa Pittelli