Inaugurato il Com di Soverato ieri mattina alla presenza di Fabrizio Curcio, capo dipartimento regionale della protezione civile, del prefetto di Catanzaro Luisa Latella, del commissario straordinario del Comune Salvatore Mottola di Amato e del suo vicario Luigi Bigagnoli, grande stratega dell’operazione che ha dotato la città del centro operativo misto per la pianificazione e gestione delle emergenze. Un centro al quale afferiscono ben otto Comuni del comprensorio e che sarà fondamentale per molte attività come formazione, prevenzione, comunicazione, esercitazione all’emergenza, oltre che per la gestione vera e propria di eventuali interventi. “Ora che Soverato ha colmato questa grave lacuna il territorio è più sicuro e si può guardare con maggiore serenità al futuro”, ha detto Mottola di Amato prima del taglio del nastro, alla presenza del capo gabinetto del governatore Mario Oliverio, Gaetano Pignanelli, e di tantissime associazioni di volontariato del territorio (in foto Bigagnoli con i volontari de La Misericordia).
Soddisfatto Bigagnoli che ha sottolineato “l’importanza di questo punto di riferimento territoriale che si attiverà automaticamente in caso di emergenze dando una serie di risposte operative”. Un presidio estremamente necessario che a Soverato assume anche un forte valore simbolico, essendo ancora viva nella memoria collettiva la tragedia dell’esondazione del torrente Beltrame nel settembre 2000, che in piena notte travolse e uccise ben tredici che stavano riposando dopo un campo dell’Unitalsi. Il centro ha stipulato una convenzione con il Cisom – Ordine di Malta, “scelta non casuale perché lo statuto nazionale e internazionale dell’associazione ne permette l’attivazione autonoma, diversamente dalle altre realtà sottoposte al via libera del presidente della giunta regionale”, ha spiegato Bigagnoli. All’interno dell’operazione rientra anche l’istituto alberghiero di Soverato, che in caso di emergenza assicurerebbe quattromila pasti caldi al giorno. Nella struttura sarà anche la sede della polizia municipale, attualmente ospitata in una struttura fatiscente, cosiddetta “La Piccola”, che sarà a sua volta riqualificata grazie a un finanziamento europeo e diverrà sede del Coc, il centro operativo comunale.
E proprio all’alberghiero dopo tagli di nastri e applausi ci si è trasferiti per degustare un immenso buffet con ogni tipo di frittura e specialità locali, annaffiate con prosecco e champagne. Tra brindisi e risate qualche giornalista ha però osato fare la domanda “guasta-festa” per le autorità: “Perchè mettere il Com proprio nell’asilo nido La Coccinella, struttura che era attrezzata per accogliere l’infanzia, con lavelli e sanitari a misura di bimbo, cucina, sala giochi e parco-giardino? Non esistevano proprio altri locali sul territorio? La commissaria Virginia Rizzo non aveva assicurato che il nido avrebbe ripreso l’attività grazie ai fondi Pac?”. Tanto Mottola di Amato quanto Bigagnoli hanno risposto puntando l’attenzione sulla natura “ottimale e strategica” di questa sede, che sorge “in territorio pianeggiante, vicino all’alberghiero, a cinque piste di atterraggio elicotteri e che era chiusa e inutilizzata”. Sarà. Ma il dubbio resta sul fatto che il futuro di una struttura storica e strategica per la comunità dovrebbe essere deciso dalla stessa comunità, invece che da due commissari.
Teresa Pittelli
Si tolgono servizi alla città e si aumenta la dotazione di poltrone. Intanto i cittadini soveratesi non hanno più l’asilo nido (e non potranno averlo neanche in seguito visto il cambio di destinazione della struttura) e, al contrario di quanto hanno detto i signori inauguratori in lustrini e alte uniformi, non hanno neanche visto aumentatare il livello di sicurezza. Quantomeno come prevenzione e aiuto effettivo. E mentre (in altri paesi) si impiantano strutture reali di servizio (centri di soccorso e di emergenza, attrezzature e macchinari etc) qui si moltiplicano poltrone e si brinda a champagne. Qualcuno mi può dire cosa si può fare in caso di terremoto o altro disastro? Dove ci si potrà rifugiare, dove si potrà essere eventualmente curati? Dove si avrà la sicurezza di avere pasti e acqua potabile? Qualcuno mi può dire se tra gli interventi di questo nuovo carrozzone, oltre alle cozze e al vino, è prevista almeno la distribuzione alla popolazione di un volantino che dica come comportarsi in caso di disastro, dove si trovano e se esistono luoghi sicuri?