E’ un “pasticcio” che sta mettendo in subbuglio i piani alti del Comune, ma da ieri non solo: anche quasi un centinaio tra tecnici e imprenditori che hanno partecipato al bando per l’appalto integrato dei lavori di riqualificazione del litorale costiero di Soverato, finanziato dalla Regione con 2,7 milioni di euro, e che vedono vanificato tanto lavoro. Ieri in Comune il commissario Salvatore Mottola di Amato insieme al responsabile del settore tecnico, Giuseppe Carnuccio, hanno presentato la delibera approvata nei giorni scorsi di annullamento della procedura per vizi amministrativi sul progetto. Hanno anche presentato il nuovo preliminare con il quale sperano comunque di indire una nuova gara e salvare il finanziamento. Dal momento che i tempi sono strettissimi – entro il 31 dicembre 2015 occorre aver realizzato le opere e averle rendicontante alla Commissione europea – il timore espresso ieri sera, nel corso della riunione pubblica indetta in sala consiliare, è la perdita del finanziamento.
La RABBIA DI IMPRESE E PROFESSIONISTI. Ad affollare la sala, ieri, c’erano ingegneri, architetti, imprenditori, alcuni dei quali hanno preso parte alla gara nell’ambito della quale erano già arrivate in Comune undici buste con altrettante proposte progettuali giunte anche da fuori regione. Ovvio il loro disappunto. E il rischio di una valanga di ricorsi. “I professionisti sono stati schiaffeggiati, utilizzati e messi da parte”, ha riassunto per tutti l’ingegnere Lazzaro di S. Caterina, mentre Daniele Vacca, architetto e candidato alle elezioni nella lista Cambiamenti, ha tuonato: “Dovete dire ai cittadini la verità, e cioè che questo finanziamento andrà perduto e che si sta configurando un grave danno erariale”. L’idea portata avanti da Vacca e dalla maggior parte dei presenti, tra i quali lo storico Ulderico Nisticò, è quella per cui non risulterebbero comprensibili le ragioni dell’annullamento, dal momento che altri paesi vicini stanno andando avanti con la procedura pur con alcuni “vizi” iniziali.
I “VIZI” DELLA PROCEDURA. Vizi che attengono, a quanto spiegato ieri da Carnuccio, alla mancata convocazione della conferenza dei servizi, per i dovuti pareri paesaggistici e ambientali, sul progetto preliminare. Ma è qui che la querelle si complica, perché Vincenza Chiaravalloti, ex responsabile del settore tecnico ed ex rup del procedimento, ha spiegato sia ieri sera a voce sia in una lunga nota il perché dell’iter “viziato”. “Tutto fu fatto con celerità per non perdere questa grande occasione per la città, e nel bando stesso si era specificato che data l’urgenza la conferenza di servizi sul preliminare non sarebbe stata convocata per non perdere il finanziamento, nulla togliendo che sarebbe stata fatta sul definitivo”, ha spiegato Chiaravalloti. “Questo nuovo preliminare non è un progetto solido, ma un’idea fantastica che non vedo quali possibilità abbia di essere approvata”, è sbottata Chiaravalloti in sala. Tra chi invece ha in qualche modo avallato l’annullamento di un bando che, secondo quanto riportato da Carnuccio, prevede “interventi di impatto ambientale su un’area protetta” che avrebbero sollevato dubbi da parte della soprintendenza ai beni paesaggistici, sono stati due architetti storici come Antonio Riverso e Marisa Gigliotti. Il primo ha parlato di “sbeffeggiamento ambientale” mettendo sotto accusa il modo di procedere della burocrazia regionale, mentre la seconda si è dichiarata contro quella che sarebbe stata una “cementificazione”.
LA SCELTA DEL COMMISSARIO. Mottola di Amato, ascoltati tutti gli interventi, ha ribadito la scelta, di cui si assume la responsabilità, di preferire un annullamento in autotutela del progetto, dati i possibili profili di illegittimità, a un’eventuale bocciatura successiva. Da qui anche la decisione di rivedere il progetto preliminare, con nuovi principi ispiratori esposti dall’architetto Carnuccio. “Le linee guida prevedono uno scambio tra città e mare, città e natura, la presenza di piste ciclabili e pedonali, la salvaguardia del verde storico urbano, del verde ricreativo e del verde sportivo, tutelando l’identità del contesto urbano. Rispetto dell’ambiente e strutture leggere e rimovibili sono due dei principi cardine del nuovo progetto. E ora è corsa contro il tempo. Con due principali osservazioni nate dal confronto pubblico di ieri: l’importanza di dare pubblicità e trasparenza, in futuro, a opere che impattano così tanto sul paesaggio e sulle risorse naturali della città, in modo da coinvolgere i cittadini in queste scelte prima e non a cose fatte (vedi anche questione “Ippica”), e la necessità di vagliare al momento giusto scelte politiche e competenze amministrative in grado di realizzarle.
Teresa Pittelli