“Normale che aggregazioni vaste concorrano alle comunali per un obiettivo concreto senza particolari barriere. Non siamo mica alle politiche”. Così Massimo D’Alema, presidente della fondazione ItalianiEuropei arrivato a Soverato a sostegno della campagna elettorale del Pd-Oltre e del candidato sindaco Giulio Moraca, ha risposto a caldo alle domande dei giornalisti che gli sono piovute in testa appena sceso dalla berlina presidenziale. Una lista, quella di Pd-Oltre, molto rappresentativa del centrodestra soveratese e nella quale figura un solo rappresentante del Pd, il segretario Francesco Severino, candidato capolista. Dopo l’introduzione di Fabio Guarna, dirigente e portavoce del circolo Pd, che ha ricordato il ruolo di D’Alema nella costruzione e nella conduzione del partito, Severino ha preso la parola tuonando contro i “detrattori della lista”, giornalisti compresi. “Nove componenti su dodici della squadra sono di centrosinistra, non c’è bisogno di avere per forza in tasca la tessera del Pd”, ha chiarito il segretario del circolo di Soverato, passando a elencare uno per uno i componenti del direttivo che hanno approvato il progetto elettorale. Chiaramente gli strali son rivolti anche a chi “ha firmato la lista e poi se n’è andato con gli avversari la mattina stessa della presentazione”.
Una lista, quella avversaria, sulla quale si sono concentrate le critiche del vicesegretario provinciale Michele Drosi, che accusa il candidato sindaco, Ernesto Alecci, di “aver messo insieme sotto la falsa idea di un cambiamento i rampolli di personaggi che hanno governato per molti anni e rovinato la città”, oltre che essere “l’unico sindaco d’Italia caduto dopo quattro mesi perché evidentemente non in grado di tenere unita una squadra”. Giulio Moraca ha focalizzato l’attenzione sul programma, a partire dal suo cavallo di battaglia, cioè il futuro porto turistico, importante “per una città marinara dove c’è una forte presenza di pescatori oltre a imprenditori nautici di rilievo internazionale”. Moraca ha anche annunciato più attenzione alle fasce deboli e nuove strutture di edilizia residenziale pubblica. Infine D’Alema. Che ha ovviamente glissato sulle vicende soveratesi, preferendo svolgere un excursus delle politiche meridionali degli anni ’90 e dei primi 2000, rivendicando al suo governo credito d’imposta e spesa pubblica per il rilancio del Sud da record, un’impostazione “poi lasciata cadere da Berlusconi”.
Grandi lodi poi il leader Maximo ha avuto per Mario Oliverio, governatore della Calabria, che “con le sue spalle larghe” saprà “portare avanti un progetto progressista riparando alle falle aperte dalle classi dirigenti di destra, soprattutto in settori come la spesa dei fondi europei”. E anche se su questo reale rinnovamento ci sarebbe da obiettare, proprio nei settori citati, D’Alema non sembra preoccupato dell’eventuale mix di uomini che hanno governato e diretto la scorsa partita legislativa in Regione e uomini di centrosinistra. “E’ naturale ormai che uomini che hanno avuto vicende o coperture diverse confluiscano nell’unico progetto progressista in grado di stare in campo”, ha infatti ribadito D’Alema. Un de profundis per la sinistra italiana, un “tana libera tutti” per i tanti trasformisti calabresi di ogni livello, che nei settori chiave hanno ricoperto incarichi grazie alla fedeltà al Pdl, per poi abbandonare l’ex governatore e votarsi a “Mario” al momento della trionfale vittoria alle scorse regionali, o una visione semplicemente realista e spassionata della politica 2.0? Intanto Severino, Moraca e Drosi incassano la benedizione dalemiana, con l’augurio da parte dell’ex premier di avere non solo successo elettorale, ma spirito di collaborazione con la comunità per portare avanti concreti progetti di rinascita.
Teresa Pittelli