“In questo senso Soverato è culturalmente centrale, adatta allo sbarco agevole e centro di irradiazione verso l’entroterra, come dimostra la presenza del Convento della Pietà di Petrizzi e le tracce della viabilità antica che portano verso l’interno, nonché le vie di comunicazione antiche e moderne che collegano Soverato con i comuni della costa. Questa sua naturale collocazione al centro di ben più numerosi e piccoli Comuni fa di essa l’ideale punto di partenza e di congiunzione di molteplici percorsi culturali che vanno sotto l’identificazione di Archeodromo. Un sistema di musealizzazione che va oltre l’ovvia valorizzazione di un territorio o di un bene, ma che unisce e armonizza i diversi aspetti di un territorio in un unico sistema organizzato”, chiarisce il documento. Secondo Martinello e i suoi questo modello – applicato e sperimentato per la prima volta a Tolfa nel Lazio negli anni ottanta – è preso oggi ad esempio da molti Comuni, non ultimo quello di Poggibonsi, nel 2014. E ha dimostrato negli anni di essere l’unico realmente efficace, perché congiunge aspetti materiali e immateriali di un territorio o più territori, creando sinergia economica e coinvolgendo tutte le maestranze vicine e lontane in quello che è per molti semplicemente un aspetto culturale e/o folkloristico, ma che nasce comunque con la finalità di valorizzare un prodotto, piuttosto che una usanza religiosa o popolare.
Per quanto riguarda l’Acquario, secondo il programma del partito è una struttura con le necessarie caratteristiche per poter divenire un piccolo centro multidisciplinare che raccoglie in sé l’insieme delle informazioni e proporle a un pubblico di turisti interessati alla conoscenza del territorio e della sua storia, finalmente basata su dati scientifici seri e non più su ricostruzioni fantasiose, senza snaturare la natura dell’edificio, ma anzi partendo dalla sua funzione primaria di Acquario, ripristinandolo e riportandolo a nuova vita. Mantenendo la funzione di Acquario si potrebbe incrementare il contenuto disciplinare con aspetti che conducono alla Storia ed alla Archeologia non solo di Soverato, ma del territorio. Si potrebbe pensare, in particolare, ad un deposito archeologico comunale raccogliendo i materiali provenienti dalle varie attività svolte dalla Soprintendenza Archeologica nel corso degli anni e prevedendo una loro implementazione in aree mirate e di interesse.
L’esposizione nell’androne di parte di essi, prendendo in considerazione i più significativi, potrebbe offrire un chiaro arco cronologico della frequentazione umana sul territorio, ancora più significativo se messo in relazione, tramite appositi poster, con le evidenze presenti in altri territori comunali, come ad esempio, Stalettì, Santa Caterina, Sant’Andrea, Davoli etc, in una sorta di conurbazione culturale, che riconduce all’Archeodromo. Ancora di più le parti esterne del complesso dell’Acquario potrebbero essere destinate ad attività di archeologia sperimentale e didattica.
Obiettivo principale dell’Archeodromo è di creare principalmente il giusto connubio con quella parte di Soverato Superiore che raccoglie e mantiene in se nei tratti urbanistici l’origine di Soverato stessa. L’idea di collocare all’interno dei locali dell’ex mercato un Museo Civico di raccolta di testimonianza storiche ci sembra ovvio ed opportuno. L’identificazione di detti locali, inoltre non è casuale, ma vuole permettere al visitatore di percorrerla rilanciando una parte di Soverato, poco conosciuta, nonostante la Pietà di Gagini, punto di forza della Chiesa di Maria Santissima Addolorata. Per non parlare poi del recupero dei locali stessi secondo i dettami dell’Archeologia industriale e sottraendola all’incuria e conseguente perdita. In tal senso l’Acquario diverrebbe solo la prima tappa di un percorso cittadino ed extraurbano. Extraurbano perché si tratta di un percorso che vede, raggiunta Soverato Superiore, una diramazione verso l’entroterra e i suoi comuni, da una parte, e dall’altra una deviazione verso la splendida Soverato Antica attraverso un già preesistente percorso naturale e naturalistico.
Il riferimento ai Comuni dell’entroterra ci riconduce all’obiettivo che è la base di tutte le nostre iniziative, che vede nella collaborazione con le altre Amministrazioni, a partire da questo primo impegno, un tavolo su cui affinare il dialogo. Discorso più complesso riguarda la struttura di Soverato Vecchia che proprio per la sua natura non è fruibile a tutti per il momento. Fondamentale sarebbe una sua messa in sicurezza degli elevati per una sua prima fruizione e l’eventuale prosieguo delle indagini archeologiche su aree selezionate, anche in termini di didattica archeologica, con la possibilità di creazione di corsi specifici e laboratori aperti, partendo dal presupposto del mantenimento in loco del bene archeologico affinché lo stesso, adeguatamente illustrato, possa dare al fruitore l’idea e l’immagine di quello che poteva essere il paesaggio antico e gli aspetti peculiari dell’antropizzazione del territorio. Una fruizione del sito unitamente alla realizzazione di un percorso archeologico subacqueo nella zona di San Nicola potrebbe offrire un unicum culturale turistico difficilmente riscontrabile in altri territori.
(tp)