Dibattito istituzionale al Guarasci su lavoro e jobs act
Un dibattito molto seguito quello organizzato martedì scorso dai club Lions e Leo di Soverato, Catanzaro Host, Mediterrano, Rupe Ventosa e Squillace Cassiodoro, considerato il tema affrontato: “2020 Odissesa del lavoro, dall’articolo 18 alle tutele crescenti, come cambia la vita del lavoratore”. “Le difficoltà di trovare e mantenere un lavoro sono un’emergenza molto sentita soprattutto in questa Regione – ha detto nel suo intervento Antonio Fuscaldo, vicegovernatore del distretto 108 Ya che comprende Campania, Calabria e Basilicata. “E’ per questo che abbiamo dato forma al service nazionale “help emergenza lavoro” con questo primo dibattito sulla realtà socio-economica che ci circonda – ha proseguito Fuscaldo – confrontata con le soluzioni proposte dalla recente riforma del governo”.
A dibatterne, introdotti e moderati da Giorgio De Filippis, sono stati Giuseppe Pipicelli, presidente Lions club Soverato e versante ionico delle Serre, Paolo Macrì, presidente Zona 26, Giovanni Cambareri, presidente VII circoscrizione, Angelo Viscomi, ordinario di diritto del lavoro dell’università Magna Graecia di Catanzaro, Giuseppe Mirarchi, vicedirettore generale ufficio scolastico regionale e Giovanni Policaro, segretario regionale Cisl Scuola, oltre allo stesso Fuscaldo. A fare luce sul tema principale, quello delle soluzioni proposte dal governo alla prova della pratica, ci ha pensato Viscomi. “Nel mondo del lavoro siamo andati avanti a forza di stereotipi: articolo 18 uguale tutela e viceversa. In realtà occorre sperimentare sul campo le affermazioni”, ha premesso Viscomi. “La legge 183 del 2014, il cosiddetto jobs act, è una legge delega che conta sei decreti delegati, dei quali solo due sono stati adottati: quello sugli ammortizzatori sociali e quello sul contratto unico a tutele crescenti, che io definirei per certi versi decrescenti”, ha chiarito il professore della Magna Graecia. “La legge introduce maggiore flessibilità in uscita basandosi sul presupposto che la difficoltà di licenziare sia una delle cause del blocco del Paese. Dal 7 marzo 2015, quindi, i licenziamenti sono più facili anche quando manca una giusta causa. Ma nei primi mesi dell’anno, quando ancora il job acts non era in vigore, ci sono state 77 mila richieste di assunzione in virtù del bonus occupazione di circa 8mila euro previsto dalla Finanziaria”, ha osservato Viscomi.
“Il problema sembra quindi essere più il costo del lavoro che la tutela dei lavoratori, tutela che comunque non si esercita solo con l’articolo 18 ma anche e soprattutto con elementi come servizi all’impiego che funzionano ed effettiva sicurezza dei luoghi di lavoro”, ha proseguito Viscomi, riconoscendo comunque alcuni vantaggi della riforma per le imprese in “minori costi di contenzioso giudiziario e più possibilità di dimensioni più grandi”. Per il professor Viscomi “occorre essere empirici”. E la realtà sembra suggerire che i veri problemi del lavoro e le rispettive soluzioni non ruotano intorno all’articolo 18 ma ai costi contributivi e fiscali, al ciclo economico e a efficiente sistema di politiche attive dell’occupazione.
Teresa Pittelli