Serviranno a pagare le spese giudiziarie e gli avvocati
Quasi 600 mila euro per pagare le spese che derivano da giudizi nei quali il Comune è perdente, più circa 60 mila euro per le transazioni con legali. Si arriva così alla bella cifra di 652.489 euro stanziata dal Comune con una delibera del commissario Salvatore Mottola di Amato pubblicata qualche giorno fa. La delibera riconosce debiti fuori bilancio per 592.289 euro che derivano da una serie di cause civili nelle quali il Comune è stato soccombente. Scorrendo la lista delle tante cause perse dall’ente c’è un po’ di tutto, dalla vertenza Schillacium che era già stata definita da un lodo arbitrale 2010 e per la quale si è arrivati a una transazione il 10 ottobre 2013, sotto quindi la gestione della precedente commissaria Maria Virginia Rizzo, a una lunga serie di giudizi persi davanti al giudice di pace di Chiaravalle, circa una quarantina.
Tra le vertenze per le quali il Comune si trova ora a pagare ci sono poi una quindicina di cause civili davanti al tribunale di Catanzaro, qualche procedura esecutiva, alcuni atti di transazione. In tutti i casi parliamo di sentenze risalenti ad anni pregressi e di importi quasi tutti ridotti rispetto alla previsione originaria, in seguito ad atti di transazione conclusi con i legali incaricati dal Comune, come ricorda il parere favorevole del revisore dei conti, Francesco Coscarella. Insieme ai circa 600 mila euro previsti per le soccombenze giudiziarie il Comune ha deciso di riconoscere, sempre come debiti fuori bilancio, anche 60.199 euro per pagare le prestazioni degli avvocati incaricati di seguire l’ente nei giudizi. Una tranche di transazioni, quest’ultima, che interessa il 2013 e il 2014, portate quindi avanti in parte dalla commissaria Rizzo e in parte dall’amministrazione dell’ex sindaco Ernesto Alecci.
L’intero importo per oltre 650 mila euro, comunque, è stato inserito nel piano di riequilibrio finanziario pluriennale redatto dal Comune e inviato lo scorso 19 dicembre alle competenti autorità finanziarie per l’approvazione. Una spada di Damocle che pende ancora sulle sorti del Comune, quindi, dal momento che dal via libera o dal rigetto del piano di riequilibrio – già bocciato due volte dalla Corte dei conti negli anni scorsi – dipenderà il mantenimento completo della gestione finanziaria in capo all’ente oppure la dichiarazione di dissesto, con tutte le conseguenze anche sulla nuova giunta che uscirà fuori dagli eletti alle prossime comunali di maggio. In ogni caso, considerate le cifre “monstre” impiegate a pagare per contenziosi perdenti (alcuni dei quali, a quanto risulta, legati anche all’invio di tributi prescritti), occorrerebbe per il Comune studiare al più presto meccanismi di prevenzione e razionalizzazione delle spese legali.
Teresa Pittelli