Le cifre del pm Bombardieri nel corso dell’iniziativa “Donne nel mirino” organizzata dall’ufficio di parità della Provincia
Sono 120 le denunce di stalking sporte nel 2013 in provincia di Catanzaro. A queste vanno sommati ben 138 esposti per maltrattamenti. Volendo fare una media non passano due giorni senza che le stazioni dei carabinieri del catanzarese non raccolgano il grido di aiuto proveniente nella stragrande maggioranza di casi da donne spaventate dal comportamento del proprio compagno, marito, fidanzato o ex. Un allarme sociale al quale lo stato risponde con mezzi non sempre adeguati per tutelarle e prevenire il pericolo più temuto: un femminicidio. Gli strumenti a disposizione della magistratura, dall’allontanamento dall’abitazione al divieto di avvicinamento, spesso non riescono a dissuadere lo stalker dall’ossessione per la sua vittima, mentre i tempi lunghi dei processi e la tagliola della prescrizione non di rado tolgono motivazione nelle donne a proseguire nel percorso giudiziario. “Noi insieme alle forze dell’ordine ci battiamo per proteggere le situazioni più a rischio ma occorre che il problema non sia giudiziario ma culturale”, ha detto esponendo questi dati Giovanni Bombardieri, procuratore aggiunto di Catanzaro, aggiungendo che già nei primi sei mesi del 2014 si preannunciano numeri anche peggiori. E che a farvi fronte è un solo pm. Bombardieri è intervenuto all’iniziativa Donne nel mirino organizzata ieri al teatro comunale di Soverato dall’ufficio delle consigliere di parità della provincia di Catanzaro. L’incontro ha ospitato esponenti di rilievo della criminologia anche a livello nazionale tra i quali Roberta Bruzzone, esperta in psicologia forense, e il maggiore Carlo Romano, responsabile della sezione biologia dei Ris di Messina. Dopo i saluti e i ringraziamenti della consigliera di parità Sonia Munizzi, che ha scelto Soverato per dire “basta al femminicidio”, è stata la volta di Romano che ha spiegato in dettaglio le tecniche dei Ris per risalire ai colpevoli a partire dalle tracce di dna. Una disamina che ha tenuto col fiato sospeso i ragazzi delle scuole in platea, al pari del report sulle giovani vittime del comprensorio soveratese esposto da Maria Anita Chiefari, coordinatrice dell’incontro e consulente legale dell’ufficio di parità, e contenuto nell’opuscolo Donne nel mirino realizzato da Chiefari e Munizzi.
Dopo l’intervento sulla legalità di Salvatore Mottola di Amato, commissario del Comune di Soverato, avvincente è stata la lezione della Bruzzone che con lucidità ed esperienza ha tracciato l’intero percorso che porta a un femminicidio, insistendo sulle tappe intermedie sulle quali intervenire: il grido di aiuto, la gestione del post-denuncia, l’attenzione ai disagi familiari, in una parola la prevenzione. “E’ una battaglia socio-culturale che inizia fin da ragazzine: attenzione a chi affidate il vostro cuore – è stato il monito della Bruzzone alle studentesse – perché nessuno ha il diritto di interferire con i vostri progetti e i vostri sogni”.
Teresa Pittelli