Cittadini tartassati dai tributi comunali animano in questi giorni gli uffici dell’ente con lamentele, sfoghi, rimostranze per asserite sviste ed errori. La crisi economica morde, molte categorie a basso reddito soffrono nel dover saldare le esose quote di Imu, Tasi e Tari, non di rado qualcuno ritiene di essere vittima di sbagli e disattenzioni da parte degli uffici comunali, ed ecco che questi ultimi stanno diventando teatro della sofferenza sociale di una città. Non tutti i rappresentanti dell’istituzione alle prese con questa disperazione, però, si comportano allo stesso modo.
E nel giorno in cui un cittadino-contribuente ha chiesto l’intervento dei carabinieri, per essere stato a suo dire maltrattato da un responsabile comunale, è impossibile non notare al contrario la condotta del commissario Salvatore Mottola di Amato, arrivato ieri a palazzo di Città a piedi, con la sua valigetta in mano come un cittadino qualunque, senza scorte né codazzi. Subito assalito da un anziano signore che era lì per pagare i tributi e che gli ha espresso la propria protesta per una richiesta considerata eccessiva, Mottola ha prestato attenzione alla “tirata” del contribuente fino alla fine, cercando anche di fornire qualche risposta. Stessa scena si è ripetuta un minuto dopo, quando il commissario aveva guadagnato l’ascensore ma è stato bloccato da alcune dipendenti che avevano esigenza di parlargli e che lui si è fermato ad ascoltare, nonostante sapesse di essere atteso al terzo piano. Solo due flash che dovrebbero essere la norma, d’accordo, ma utili invece di questi tempi a fotografare una semplicità di modi e un’attenzione a chi ha bisogno che possono essere d’esempio per tutti gli altri.
Teresa Pittelli