Prima sorpresa: Ernesto Alecci, sindaco appena buttato giù dalle dimissioni di sette consiglieri, arruola il giornalista “nemico”, l’ex inviato Rai Pietro Melia, per moderare la conferenza stampa che ha tenuto ieri al Miramare. Una scelta “per evitare le gazzarre contro o a favore di ciò che dirò”, motiva Alecci davanti al surreale spettacolo di Melia seduto accanto a lui, dopo mesi di strali e attacchi al vetriolo via web contro la sua giunta. Una scelta che sembra anche voler dimostrare la sua indipendenza dall’area manciniana, viste le accuse di subalternità piovutegli addosso in questi giorni. “A livello di tutela della mia persona di Mancini, Munizzi e Riccio non me ne frega niente”, sgombra infatti subito il campo Alecci. Pennarello a tracciare numeri alla lavagna, portatile per proiettare le tabelle con tutti i debiti pagati, un po’ alla Renzi pur senza slide, l’ex sindaco di Soverato è passato a spiegare perché andrebbe evitato il dissesto.
“Sono rimasto fino a notte fonda in Comune per cercare di salvare l’ente: con il mutuo della Cassa depositi e prestiti stavamo pagando i debiti del Comune ma al tempo stesso evitando di far crescere gli interessi, come invece succederebbe con i commissari”, spiega Alecci. “E’ vero che ci carichiamo di un mutuo, ma nei prossimi anni andranno a scadere per 350 mila euro altri mutui. In più possiamo ricavare profitto dagli immobili invece di svenderli: ad esempio avevamo già richieste per locare il mercato coperto”, elenca l’ex primo cittadino. “Abbiamo risparmiato tantissimo dalle transazioni, accordandoci con creditori che non si accordano mai come Eni, FdS, Vodafone, e ripagandoci già gli interessi su quel debito” continua Alecci con l’entusiasmo di chi crede a quel che dice. “Entro Natale avremmo pagato tutti i debiti al 2013”, conclude l’ex sindaco, ricordando che “a nulla serve tentare di screditarmi, perché tutto è stato fatto alla luce del sole per il bene di Soverato”.
Alecci ha ricordato le opere di manutenzione e pulizia realizzate in soli tre mesi, compresi fossi e aree abbandonate come in zona Corvo e Comac e l’ordinanza “palazzo Bencivenni”; le due assemblee in quattro mesi dei sindaci del comprensorio a difesa dell’ospedale; l’eliminazione dei parcheggi a pagamento; gli eventi estivi di qualità a costi irrisori; l’acquisizione al Comune delle aree ex demaniali “sulla quale incredibilmente i dimissionari hanno votato no”; la navetta per Soverato superiore riattivata e da poco bloccata a causa del no al bilancio preventivo “perché le risorse per pagarla da settembre in poi erano attivate sulla base delle previsioni del budget”. Una conferenza stampa tecnica, insomma, questa la seconda sorpresa, per dimostrare quantità e qualità delle azioni svolte in tutte le direzioni e contrattaccare all’accusa di “stallo amministrativo” (“”Questa è bella!” ha esclamato il giovane ex sindaco con un intercalare che ha caratterizzato tutto il suo discorso), evitando polemiche con gli avversari e replicando quasi esclusivamente sul piano amministrativo.
Una conferenza finita con la consegna nelle mani del maresciallo Giuseppe Di Cello della documentazione relativa ai pagamenti dei debiti: “Tutto è stato trasparente, se c’è qualcosa che non va qualcuno mi denunci, perché nessuno si permetta mai più di mettere in dubbio l’onestà mia e della mia famiglia”, ha esclamato Alecci tra gli applausi, al termine di un discorso forse un po’ lungo, ma evidentemente utile a spiegare un lavoro certosino sul quale si appuntano critiche e maldicenze, e che lui – il sindaco bocconiano – ha voluto chiarire in tutti i particolari. Solo le domande dei giornalisti sono riuscite a buttarla un po’ in “politica”. E qui Alecci ha sottolineato: “Se avessi acconsentito a richieste di assessorati o altro sarei ancora sindaco”, contestando quindi totalmente i motivi delle dimissioni descritti dai tre dimissionari come prettamente tecnico-finanziari. L’ex sindaco ha anche detto che in questo momento non riesce a prospettare una sua candidatura, perché è ancora tanta l’amarezza. Una prospettiva che però appare più che probabile, come da incoraggiamenti del suo pubblico e impegno che lui stesso non nega di voler continuare a spendere per la città.
Teresa Pittelli