Le forze dell’ordine ora potranno indagare. Ma intanto quali atti concreti da parte dell’amministrazione comunale?
Un esposto ai carabinieri di Soverato sull’emergenza rifiuti che tira in ballo capitolato d’appalto, ditta Mea e responsabile del servizio comunale, tutti e tre ereditati dalla precedente amministrazione. L’esposto richiama obblighi sia della ditta sia dell’ufficio che imporrebbero di ripulire anche in caso di emergenza, come quello attuale con il guasto all’impianto di Alli proprio in concomitanza con la fiera di S. Anna, obblighi che a quanto pare restano disattesi. A questo punto la giovane amministrazione Alecci chiama in causa le forze dell’ordine, che potranno indagare e risalire a eventuali responsabilità. Ma il problema rimane e non può certo essere sbloccato dall’esposto redatto e consegnato al maresciallo Giuseppe Di Cello dall’assessore all’ambiente, Silvia Vono. Tirando le fila di un discorso che viene da lontano e lascia i cittadini ormai esausti, secondo l’esposto di Vono la ditta dovrebbe assicurare il servizio anche in caso di impianti di conferimento temporaneamente chiusi o mal funzionanti, ai sensi dell’articolo 2 del capitolato.
Ma leggiamo attentamente cosa scrive l’assessore: “Non appare più accettabile dall’ente la scusa degli impianti chiusi né tanto meno il fatto che l’ente accetti tale scusa senza adoperarsi in merito”. Dunque, anche se non lo dice esplicitamente, l’assessore Vono sta indicando nella ditta responsabilità da far valere. Ma non solo nella ditta. “E’ di fondamentale importanza soffermarsi sulla possibilità che il Comune impone al responsabile del servizio al fine di garantire il decoro della città e la tutela della pubblica incolumità nei casi di emergenza”, scrive ancora Vono, richiamando l’articolo 29 del capitolato, dove si prevede che il settore urbanistica e ambiente si sostituisca alla ditta appaltatrice per l’esecuzione d’ufficio dei servizi (oltre a rivalsa e sanzioni). Quindi si coinvolge nel walzer delle inadempienze nel far marciare le cose anche l’ufficio interessato e il suo dirigente? Insomma, gli attori fondamentali della vicenda, dalla ditta agli uffici, secondo l’esposto sembrano non riuscire a garantire il risultato. Ma quali sono allora le conseguenze da trarre? Cosa può fare, in questo caso, un’amministrazione comunale a livello di decisioni da prendere, sanzioni da irrogare, atti da emanare, a parte ricorrere alle forze dell’ordine?
In assenza di posizioni più nette e di svolte concrete, è difficile che possa decollare quella che è l’unica soluzione a ogni problema, e cioè la raccolta differenziata mai partita. Dall’incerto avvio, tra cassonetti che “devono arrivare dalla Spagna (!)” e non sono ancora in numero sufficiente, campagna informativa scarsa e inefficace, conseguente poca collaborazione di alcuni cittadini, si evince un fallimento di questa sperimentazione con la raccolta in strada. A quando il porta a porta, legittimamente preteso ormai da tutti, utenti ed esperti del settore, in modo da arrivare a una raccolta differenziata decente, per la quale i cittadini già pagano i tributi da anni e che in altri Comuni calabresi è ormai rodata?
Teresa Pittelli