Ok al piano di riequilibrio. Arrivano 11 milioni per imprese e professionisti del territorio
“E’ arrivato il momento del coraggio di mettere una firma, non mi interessa se qualcuno in passato non l’ha avuto, ora occorre farlo per la città, le sue aziende e i suoi professionisti che aspettano di essere pagati”. Così Ernesto Alecci, sindaco di Soverato, nella conferenza stampa che nel weekend ha sancito l’adesione del Comune di Soverato al prestito cosiddetto paga-debiti stabilito dal decreto 35/2013, che permetterà all’ente di ottenere ben 11,2 milioni di euro dalla Cassa depositi e prestiti. Una somma non trascurabile, grazie alla quale saldare i debiti certi ed esigibili al 31 dicembre 2012, dando respiro a imprese e professionisti del territorio che da anni aspettano di essere pagati e che “non si possono più lasciare nel limbo, che per alcune è un inferno”, ha detto il sindaco. Il riferimento al coraggio di mettere una firma era rivolto alla mancata adesione allo stesso prestito ad aprile 2013, che scadeva lo stesso giorno in cui l’ex sindaco pidiellino Taverniti cadde insieme alla sua giunta, sfiduciato da una parte della sua maggioranza.
“Non è detto che questo debito ci salvi dal dissesto, ma siamo ottimisti sulla possibilità di pagare la prima rata di circa 500 mila euro nella primavera 2015, e poi dal 2016 rimetterci in carreggiata grazie alla prevista cessazione di altri ratei in capo al Comune”, ha spiegato Alecci, annunciando finalmente la mossa che tutti attendevano, pur divisi tra pro e contro: il Comune aderirà anche al decreto salva Roma ter, che da la possibilità agli enti a un passo dal dissesto come Soverato di evitarlo presentando un nuovo piano di riequilibrio finanziario. Un passo già prospettato fin dalla campagna elettorale, quando più volte Alecci e i suoi si erano espressi per la possibilità di tentare il tutto per tutto prima di consegnarsi in mano ai commissari liquidatori. A costo di ficcarsi nel buco nero di una ricognizione dei debiti difficile se non impossibile e di sopportare il rischio di una ennesima bocciatura da parte della Corte dei conti. “Non possiamo essere certi che gli 11 milioni coprano i debiti, perché la ricognizione in atto non è terminata, ad esempio in tema di debiti fuori bilancio, e ho più volte intimato gli uffici a darmi risposte definitive”, ha sottolineato il sindaco. Che ha tempi davvero stretti per portare a termine l’impresa, supportato da un pool di esperti esterni, consiglieri di maggioranza e anche di minoranza.
Entro il 10 agosto, infatti, dovrebbe essere pronta la prima stesura del piano da consegnare in vista dell’approvazione in consiglio comunale a fine agosto. La scadenza per presentare il piano di riequilibrio alle istituzioni contabili, infatti, è fissata al 1° settembre. Un’estate di tour de force per tutti coloro che sono coinvolti a vario titolo nella stesura del salva-Soverato ter, insomma. “L’indirizzo del Governo che ha trovato ingenti risorse per il salva-Roma è di non mandare gli enti in dissesto. Sono fiducioso nella riuscita del nostro piano, anche grazie agli aggiustamenti in corso”, ha spiegato il sindaco. Tra questi, un piano di alienazioni riformulato, che tenta anche la strada della concessione per mettere a frutto il patrimonio pubblico, con una importante clausola di salvaguardia: tutti i beni sede di attività essenziali, dall’istruzione alla polizia municipale, non potranno essere alienati. Neanche da eventuali commissari. “Se anche ci dovesse essere il dissesto, quegli immobili non li tocca nessuno”, ha chiarito il sindaco, svelando uno degli accorgimenti di un piano B pensato “con un approccio non solo tecnico, ma anche frutto dell’amore per la città”.