Secondo rumors da confermare, le firme ritenute false apparterrebbero a tre giovani candidati, due uomini e una donna. A breve una conferenza stampa nella quale saranno chiariti i dettagli della vicenda e del ricorso al Tar.
Depositato il ricorso al Tar di Catanzaro su presunte irregolarità che inficerebbero la correttezza delle elezioni comunali di Soverato svolte appena un mese fa. Il ricorso è stato presentato dal gruppo consiliare Fi-Udc-Fdi guidato da Francesco Manti (Udc), che aveva già ventilato qualche settimana fa in consiglio comunale l’esistenza di anomalie nella presentazione della listaVerso il futuro-Alecci sindaco, vincitrice delle elezioni dello scorso maggio. Ad assistere Manti e i suoi consiglieri in questa causa, a quanto risulta, è lo studio degli avvocati Francesco Scalzi e Francesco Pullano di Catanzaro. E dopo alcuni giorni e una mattinata di bocche cucite, dalle parti del gruppo Manti, alla fine ieri pomeriggio è arrivato il comunicato ufficiale. “In data odierna i legali della lista Forza Italia-Udc-Fratelli d’Italia hanno presentato al Tar Calabria il ricorso inerente le elezioni comunali 2014 tenutesi a Soverato il 25 maggio scorso. Il rilievo di alcune strane situazioni riscontrate nel giorno della presentazione delle liste hanno indotto a procedere a una verifica degli atti di presentazione della lista Verso il futuro con apposito accesso agli atti che ha dato giusta conferma alle supposizioni ipotizzate”, spiegano i ricorrenti. “Sono stati riscontrati gravi elementi di illegalità, suffragate poi dall’attività svolta da esperti, che denotano con quale spirito pervicace quegli avversari hanno operato in campagna elettorale”, prosegue il comunicato. “Illegalità che è sfociata addirittura nell’apposizione di firme false su documenti di presentazione della lista Verso il futuro. A giorni si terrà apposita conferenza stampa – conclude la nota – nel corso della quale si informeranno opportunamente i cittadini su questi accadimenti di inaudita gravità”.
E in attesa di conoscere maggiori dettagli nel corso della conferenza stampa, intanto quel che risulta secondo rumors non confermati è che siano tre le firme sotto accusa, tutte e tre appartenenti a giovani candidati – due uomini e una donna – ritenuti assenti al momento in cui la loro sottoscrizione è stata apposta. I ricorrenti sono forti, come affermano nel comunicato, anche di una prima perizia che attesterebbe la loro tesi. Nessuna dichiarazione ufficiale, ancora, da parte dei singoli firmatari del ricorso.
Il mantra ripetuto ufficiosamente da quasi tutti, però, è quello del dovere morale. “Non è certo una questione personale o, come si è sussurrato assurdamente, di non voler accettare il voto dei cittadini”, spiega al telefono un candidato non eletto, ma di peso, della lista Manti. “Se noi decantiamo trasparenza, lealtà e correttezza alla base del nostro agire politico e umano, e veniamo in possesso di documenti che accertano comportamenti contrari a questi principi, allora non possiamo sottrarci al dovere di indicarli alla giustizia”, continua l’ex amministratore. E a quanto pare, una volta giocata la partita del ricorso con la sua presentazione al tribunale amministrativo, il gruppo Manti sarebbe anche intenzionato a chiedere un incontro con il prefetto di Catanzaro, Raffaele Cannizzaro, al quale esporre fatti e ragioni relative a questa vicenda, in modo da metterlo nelle condizioni di compiere le proprie valutazioni. Resta da vedere come si difenderanno, ora, Alecci e i suoi, nell’ambito di un giudizio che se dovesse dare ragione ai ricorrenti potrebbe, in ipotesi, persino invalidare le elezioni e portare la città di nuovo al voto. Incerti, comunque, appaiono i tempi del giudizio amministrativo, che potrebbero allungarsi soprattutto nel caso in cui i giudici valutino l’opportunità di attendere l’esito dell’eventuale e parallelo procedimento penale per i reati ipotizzati, come è successo ad esempio in Piemonte, dove il Tar ha impiegato oltre tre anni per decidere di annullare l’elezione dell’ex governatore Cota. In ogni caso si tratterà di un giudizio di merito, non essendo ipotizzabile una sospensiva su un risultato elettorale, con conseguente vuoto istituzionale e amministrativo in attesa del giudizio definitivo. Non c’è pace, insomma, per Soverato, in cerca più che mai di stabilità ma continuamente alla resa dei conti con i suoi problemi economici, politici e giudiziari.