Ad accogliere i genitori degli studenti, ma anche tantissimo pubblico “comune” e in particolare molte famiglie, c’era un’atmosfera cosmopolita in vista dei mondiali di calcio, ieri sera nel cortile dell’istituto salesiano Sant’Antonio da Padova, per festeggiare il tradizionale Don Rua’s day che quest’anno si è intitolato Cittadini del mondo. Sei le nazioni che i ragazzi hanno rappresentato nei loro stand: Brasile, Germania, Messico, Grecia, Spagna e Stati Uniti. Un colpo d’occhio di bandiere, colori, creazioni di cartapesta che i ragazzi hanno realizzato sotto la supervisione dei professori, e con l’aiuto di alcuni volenterosi genitori che ieri si sono affannati a dare una mano soprattutto quando, più tardi, è arrivato il momento gastronomico, durante il quale ogni “nazione” ha offerto le sue specialità: panino con hamburger per gli studenti a stelle e strisce, paella per la Spagna, frutta colorata dal Brasile, specialità greche e mexican.
Nel frattempo i ragazzi che avevano superato le prove preselettive per il Festival dei giovani, esibizione di canto e ballo, provavano le loro performance, e don Gino Martucci, direttore dei salesiani, teneva in sala conferenze il discorso di saluto ai genitori per la chiusura dell’anno scolastico. Una serie di eventi in contemporanea, mentre il sole tramontava sul cortile della scuola, uniti dallo stesso cordone di serenità ed entusiasmo nel celebrare il beato Michele Rua, primo successore di Don Bosco e fondatore dell’istituto salesiano. “Imparare a pensare il bene e a parlare bene, degli altri e di noi stessi”, è stato il monito di Don Gino nel suo discorso, ricordando un pensiero molto caro a Papa Francesco. Don Gino ha sottolineato poi il valore di replicare questo concetto anche in famiglia, e pensando ai ragazzi si è soffermato sull’importanza di tenere i propri sogni “non nel cassetto perché ammuffiscono – ha osservato – ma stretti nelle mani per realizzarli”. Fondamentale secondo don Gino, in questo senso, è la comprensione delle vere aspirazioni dei propri figli da parte dei genitori. “Quando don Bosco ha deciso che voleva farsi prete rinunciando al lavoro nei campi al quale era destinato, per mamma Margherita all’inizio fu una sorpresa e un problema – ha ricordato don Gino – ma poi lei ha capito quanta importanza avesse questa vocazione, e non si è sottratta a sacrifici e mortificazioni pur di mandare il figlio a studiare”.
Una volta scese le luci della sera sul cortile dell’istituto, via alla gara canora tra i ragazzi e all’ottimo buffet offerto dalla casa parrocchiale. Festa fino a tarda sera per “una grande comunità educativa”, come l’ha definita il preside dell’istituto, Saverio Candelieri, riferendo con orgoglio che l’istituto salesiano, secondo una valutazione svolta tra le scuole paritarie a livello nazionale, è risultato l’unico in Calabria e tra i pochissimi del meridione segnalato tra le eccellenze per la qualità dell’offerta didattica.
Teresa Pittelli