Dopo la folta tavola di presidenza con i tradizionali nomi della nomenclatura di centro-destra provinciale e regionale a sostegno di Ciccio Manti (da Wanda Ferro a Mimmo Tallini, da Francesco Talarico a Gianni Mirarchi), dopo gli exploit di piazza degli Euforici e gli annunci di “pulizia” di Antonello Gagliardi, ieri è stata la volta di Ernesto Alecci di giocarsi le sue carte per la corsa a primo cittadino alle amministrative del 25 maggio. Trentenne laureato in Bocconi e manager in una grande compagnia di assicurazioni, folgorato qualche anno fa sulla via di una brillante carriera milanese e rientrato a dare un contributo nella sua terra, Alecci ha presentato in tono emozionato ma spigliato e divertente i suoi dodici compagni di cammino elettorale. A cominciare dalle grintose donne della lista, tutte giovani lavoratrici: Vittoria Ciaccio, Giovanna Garieri, Rosalia Pezzaniti e Gelsomina Vono detta Silvia, avvocatessa e maestra elementare alla scuola Laura Vicuna, oltre che dirigente Idv. Altre new della politica sono Emanuele Francavilla, studente e animatore all’oratorio parrocchiano, e Fabio Tropea, un giovane che ha deciso di rimboccarsi le maniche e ha pensato di ridare a Soverato superiore un piccolo supermercato, offrendo di nuovo un servizio che mancava da tempo. Accanto ai loro sorrisi un po’ trepidanti, quelli disinvolti di gente più rodata: gli ex “Mancini boys” Vittorio Sica, Antonio Rattà e Salvatore Riccio, che hanno già esperienza amministrativa, Emanuele Salatino, studente ventenne che si è fatto valere nella scorsa legislatura nel gruppo di minoranza Amo Soverato (ieri assente perchè in Erasmus, da dove tornerà a giorni), il segretario del Pd Francesco Severino, e Cosimo Schiavone in politica da tempo, da ultimo con il Centro democratico di Tabacci.
Una squadra un po’ composita, frutto fusion della larga intesa tra Ncd e Pd cittadino, più un bel po’ di società civile. Ma che per Alecci è “vincente perché rappresenta tutti”. E anche la manifestazione di ieri, con qualche centinaio di persone che ha affollato le terrazze del Miramare, era “entusiasticamente soveratese”, ha osservato il giovane candidato sindaco, “e non una passerella di politici venuti da fuori”. Venendo al programma, il clou è il rilancio economico della città: vigilanza sui conti, messa a reddito anziché svendita del patrimonio immobiliare comunale, semplificazione burocratica per le categorie produttive. Alecci non teme di mettere sul banco degli imputati “qualcuno che non ha messo una firma che poteva risultare essenziale per le casse comunali, con milioni di euro che non sono più arrivati”, riferendosi alla vicenda del prestito paga-debiti, rifiutato dalla Cassa depositi e prestiti per la mancanza di sottoscrizione da parte dell’ex sindaco.
Molta attenzione anche al sociale, poi, soprattutto con la caccia ai fondi (“anche questi persi da Soverato negli ultimi anni”, ha sottolineato Alecci) per la costruzione di un centro diurno ricreativo per gli anziani. Tra rilancio dello sport con riqualificazione degli impianti e rivitalizzazione dei quartieri, poi, centrale sarà una politica di turismo ambientale, con un deciso stop ai parcheggi a pagamento che saranno cancellati. Alecci non si è sottratto alle spinose questioni dei rifiuti (da risolvere con l’avvio immediato della raccolta differenziata) e dell’acqua, che Soverato potrebbe cominciare a gestire da sé con la costruzione di pozzi autonomi. Temi questi non facili, e rimasti irrisolti col succedersi delle ultime giunte. Ma per Alecci l’entusiasmo e la grinta sua e dei suoi possono fare molto, e come dice la canzone di Paolo Belli scelta come refrain della campagna elettorale, domani potrà essere “Un giorno migliore”.
Teresa Pittelli