Microcitemia malattia endemica nel territorio della provincia di Catanzaro. Ma che si può sconfiggere con l’arma dell’informazione e della prevenzione. Questo l’appello lanciato dal simposio “Microcitemie: quale futuro?” organizzato dal Lions Club Soverato e Versante jonico delle Serre sabato scorso nella sala conferenze dell’Istituto tecnico per geometri.
“L’anemia mediterranea si conosce da 85 anni e da 65 se ne conoscono i meccanismi che la determinano, che sono di origine genetica”, ha spiegato Francesco Milano, medico e presidente del Club. “Chi è il malato di anemia mediterranea? E’ un individuo che ha ereditato un gene della beta microcitemia da ciascuno dei due genitori. Ciò significa – ha spiegato Milano con parole anche per un per un pubblico di non addetti ai lavori – che la malattia si può evitare con certezza con idonei mezzi di prevenzione e diagnosi prenatale”. Milano ha anche portato come esempio l’iniziativa portata avanti nell’ambito del service sanità del Club, che ha coinvolto i ragazzi delle terze classi della scuola media per uno screening sulla malattia e un’informazione più approfondita del problema, attraverso brochure e incontri dedicati. Il presidente del Lions Club soveratese ha infine ringraziato Domenico Donato, membro del Club e direttore del laboratorio analisi dell’ospedale di Soverato.
La parola quindi è passata ad Antonio Amato, direttore del Centro studi microcitemie di Roma invitato come relatore per spiegare l’attualità e le prospettive epidemiologiche. Amato ha portato un contributo interessantissimo alla discussione, cominciando col precisare che dal ’93 per quanto riguarda il Lazio nessuno è più affetto dalla malattia (ad eccezione dei cittadini extracomunitari che non si erano sottoposti ai test di prevenzione). Diversa la situazione della Calabria, dove uno studio risalente agli anni 60, per quanto riguarda molti paesi dell’area l’area del basso jonio catanzarese, aveva registrato una presenza della malattia pari a circa il 10% della popolazione. Amato ha quindi esposto le cure attuali, insistendo sulla crucialità degli screening preventivi. Importante, infine, l’intervento di Giuseppe Aielli, pediatra di comunità della sede soveratese dell’Asp di Catanzaro, che ha illustrato i programmi di prevenzione diretti ai ragazzi in età evolutiva, a supporto di e in collaborazione con le famiglie, la scuola, gli altri servizi sanitari e il privato sociale, come appunto il Lions Club di Soverato.
Teresa Pittelli @teresapittelli