Il Comitato vuole anche chiarimenti sul fatto che “a seguito degli atti redatti dalla responsabile dell’ufficio tecnico Enza Chiaravalloti e dal responsabile del servizio ambiente Pietro Pileci, emessi per richiedere alla ditta appaltatrice un immediato avvio del sistema di raccolta differenziata porta a porta, la commissaria abbia ritenuto, contrariamente a quanto ordinato dall’ufficio competente, in piena autonomia e sopravvenuta competenza, dover annunciare a mezzo stampa l’avviamento della raccolta differenziata per come preteso dalla ditta appaltatrice, cioè a mezzo cassonetti stradali, soluzione da tempo accertata causa di fallimento del sistema e non in grado di garantire le percentuali minime di raccolta del materiale differenziato”. Quest’ultima sottolineatura su un atteggiamento di “piena autonomia” da parte del commissario Rizzo rispetto alle indicazioni dell’ufficio competente suscita qualche dubbio in chi era presente a quella conferenza stampa, nel corso della quale il commissario Rizzo è stata affiancata dalla responsabile dell’ufficio Chiaravalloti, che ha aderito in toto alla sua ricostruzione dei fatti e delle carte, e alla prospettiva della raccolta di prossimità come unica soluzione percorribile al momento.
Soverato, caos raccolta rifiuti: quattordici associazioni chiedono un intervento urgente al Prefetto Cannizzaro
Chiedono un incontro urgente al prefetto di Catanzaro, Raffaele Cannizzaro, affinchè li ascolti dal momento che la loro richiesta di chiarimenti sarebbe stata finora disattesa dal commissario del Comune di Soverato, Maria Virginia Rizzo. Definiscono “ingiustificato” il mancato avviamento del sistema di raccolta differenziata dei rifiuti porta a porta nella città di Soverato. Sono preoccupate per gli “incommensurabili danni nell’immediato futuro” alla cittadinanza, nel caso che il Palazzo comunale proceda “in assenza dei dovuti chiarimenti” al piano annunciato a mezzo stampa nei giorni scorsi, e cioè alla raccolta di prossimità, con i cassonetti posizionati in strada, in sostituzione del porta a porta.
A scrivere, ben quattordici associazioni, dai Lions a Legambiente, che ritengono lesi i loro “più elementari diritti civili” nel caso si vada avanti senza ulteriori assicurazioni con l’iniziativa annunciata dalla Rizzo.
La lettera, divulgata dal “team di Ambiente on line”, tra i cui esponenti figurano membri ora dimissionari del Gruppo operativo che aveva collaborato con la Rizzo per cercare di arrivare al risultato della differenziata porta a porta, descrive l’emergenza che investe Soverato, con “il centro urbano invaso da cumuli di rifiuti che, in attesa di essere raccolti e smaltiti, creano gravi problemi ambientali, igienici e sanitari, seri pericoli per la salute degli abitanti, disagi e incommensurabili danni sociali ed economici alle attività presenti”. Prosegue quindi sottolineando che se “le amministrazioni locali si giustificano con i cittadini attribuendo l’emergenza a una cattiva gestione in ambito regionale, il prefetto sa “che ciò è solo un aspetto dell’intera vicenda”. La causa primaria dell’emergenza, sottolineano le associazioni, “è dovuta al mancato avviamento della raccolta differenziata da parte delle amministrazioni comunali”. Per quanto riguarda Soverato, le associazioni lamentano il fatto che la Rizzo non abbia fornito i chiarimenti richiesti, nonostante la richiesta di formale incontro inviatale già lo scorso 17 febbraio. A questo punto, le associazioni si rivolgono al prefetto “in qualità di rappresentante del governo”. E spiegano che nell’occasione di un incontro in sede prefettizia il commissario Rizzo potrà magari spiegare perchè “attività comprese nel servizio di nettezza urbana, palesemente non svolte, continuano ad essere liquidate alla ditta appaltatrice, e in particolare quella sottoscritta nel contratto d’appalto – sostengono le associazioni – inerente a una somma per oneri di sicurezza superiore al dovuto per circa 360 mila euro”.
A parte questa perplessità, comunque, la situazione risulta sempre più seria e drammatica, e l’inedita presa di posizione di così tante associazioni ne è la prova. Forse, in attesa degli sviluppi istituzionali, si potrebbe creare uno spazio web, che sia l’albo pretorio finalmente indicizzato come archivio storico o una pagina autonoma, dove pubblicare tutti gli atti relativi alla vicenda, in modo da fare un po’ di chiarezza. Nel frattempo, gli atti allegati alla lettera al prefetto, con le note dell’ufficio tecnico che ai primi di febbraio intimavano alla ditta di rispettare gli impegni contrattuali eseguendo il ritiro dei rifiuti a domicilio, rappresentano un primo passo avanti.
Teresa Pittelli