“Mistero Bizzarro” conquista e fa discutere il pubblico all’Incontro Caffè

Presentazione Mistero BizzarroNel libro di Loiero storia e storie del nostro territorio nell’800
 
Da Satriano a New York passando per la Calabria del sud. E’ la storia di Micu “u surdu”, un ragazzino che diventa suo malgrado brigante nei primi decenni del 1800 fingendosi sordomuto per salvarsi la pelle. Ma anche la storia di una famiglia, di un clan, di una razza che attraversa due secoli, tra brigantaggio, massoneria e carboneria (in questo primo volume), fascismo e antifascismo, 1968, sogni di libertà ed emancipazione, ‘ndrangheta ed estremismo politico.
Il romanzo storico di Mimmo Loiero, Mistero Bizzarro, è infatti il primo di una trilogia chiamata “Calabria Ultra”, proprio a significare l’estremità e l’estremismo di questo lembo di terra, per ragioni geografiche ma non solo. Il libro di Loiero, presentato sabato scorso alla libreria InContro Caffè…in Mondadori, sta riscuotendo grande interesse e accesi dibattiti sia a Soverato che nei dintorni, anche perchè pur non essendo un saggio storico nè un’inchiesta sul brigantaggio getta luce su alcuni decenni di storia, e su aneddoti che ancora restano vivi nelle usanze e nelle tradizioni di questi luoghi, pur a lungo trascurati e sconosciuti da molti. Dalla battaglia di Maida tra inglesi e francesi, alla presa di Satriano a opera di duemila briganti capitanati dal “Bizzarro” su ordine di Maria Carolina di Borbone, dalla ferriera di Mongiana al quadro delle famiglie di briganti e brigantesse che arrivavano da Montepaone, Petrizzi, Montauro o Chiaravalle, tanti sono gli affreschi che fanno da sfondo alle storie di Micu, del Bizzarro o delle indimenticabili figure femminili di brigantesse per scelta, come donna Felicia, o per essere state costrette come Margherita e Nicolina. Molto puntuali oltre che ben riusciti gli accompagnamenti musicali con canzoni a tema, nel corso della presentazione, con le voci di Luna Loiero, Simona Corrado e Nino Alampi anche alla chitarra. Nel dibattito che è seguito alla presentazione, tra i temi emersi quello della rassegnazione e del senso di impotenza odierni del popolo calabrese, che sembrano per alcuni versi stridere con quell’immagine indomita, fiera e coraggiosa che di questa terra emergeva nell’800. “In realtà sono stati due secoli di repressioni feroci, basti pensare ai massacri compiuti dai francesi del generale Manhès o a alle centinaia di migliaia di morti della campagna unitaria dei Savoia – ha osservato Loiero – a fare di noi un popolo la cui cifra sembra quella di non credere che le cose possano cambiare, che le rivoluzioni possano vincere”.
Un tema, quello del binomio repressione-emigrazione (il libro si chiude con il sogno della “Merica”) che interessa direttamente o indirettamente la gran parte dei calabresi. Un libro che non solo quindi si legge con la scorrevolezza e l’interesse di un avvincente romanzo d’avventura, ma che ci spinge a riflettere sulle nostre radici, per analizzare meglio anche il nostro presente e ritrovare quell’orgoglio che sembra perduto per affrontare le sfide future. Orgoglio che più che nell’identità “posticcia” di calabresi sta, secondo Loiero, nel nostro appartenere con forza all’Europa del Mediterraneo.
Teresa Pittelli
 

By Teresa

Giornalista, ora anche blogger, vive nei dintorni di Soverato con il marito Orlando e i due figli Viola e Luigi. Cerca di scrivere quello che di bello e di brutto succede nella sua terra, e conservare obiettività e serenità anche quando il contesto non aiuta.

Leave a comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.