Parla l’ex consigliere che aveva a lungo denunciato le irregolarità contabili
Non esordisce con “Ve l’avevo detto” anche se avrebbe tutte le ragioni per farlo. Ed elencando le conseguenze della responsabilità erariali non punta il dito contro uno o più amministratori in particolare, ma è convinto che “la giustizia farà il suo corso”. Antonello Gagliardi, come una Cassandra poco o per nulla ascoltata da tutti, dirigenti comunali come amministratori, per anni ha sciorinato cifre e normative che evidenziavano anomalie e irregolarità nella gestione finanziaria del Comune di Soverato. A dargli ragione, alla fine, sono stati proprio i giudici della Corte dei conti. Ma per Gagliardi, leader del movimento Semplicemente Soverato, non è affatto un giorno di trionfo, anzi.“Provo amarezza perchè questa situazione estrema si poteva evitare dicendo prima la verità, imboccando nel 2011 la strada del dissesto guidato, che in tre anni di attenta gestione ci avrebbe già condotto a buon punto rispetto al disastro attuale”, commenta Gagliardi, dopo aver letto la sentenza della Corte dei conti che boccia inesorabilmente il piano di salvataggio di Soverato e porta la città dritta verso il dissesto. Dissesto che per l’ex consigliere comunale, però, “ora è l’unica via per ripartire”.
Quanto alle eventuali responsabilità erariali, che saranno individuate dalla Corte se troverà dolo o colpa grave negli atti di dirigenti ed ex amministratori coinvolti nell’eventuale dissesto, Gagliardi chiarisce che la sanzione va da cinque a venti volte l’indennità mensile, oltre all’incandidabilità a cariche elettive per dieci anni. Ma l’ex consigliere comunale non si sente di puntare il dito contro questo o quel sindaco o contro il commissario Maria Virginia Rizzo in particolare (a pesare su di lei, in questi giorni, anche la bufera del coinvolgimento in un’indagine per abuso d’ufficio, relativamente tra l’altro proprio a debiti fuori bilancio, nel comune di Coriano, vicino Rimini, dove è stata commissaria negli anni scorsi, ndr). “Spesso le irregolarità sono in capo ai dirigenti, e se la politica non li controlla in maniera serrata rischia di pargarla cara”, chiarisce Gagliardi.Ma come può un gruppo dirigente compiere errori macroscopici senza che nessuno dica o si accorga di niente? “Questa domanda me la faccio anche io da dieci anni e non so dare una risposta precisa”, osserva Gagliardi. Che di una cosa però è certo: “La Corte dei conti in quelle 35 pagine non ha scritto nulla di nuovo o sorprendente, sono cose che gli stessi giudici ribadivano da tempo, dette e ridette da anni”, sottolinea.
Stando così le cose, comunque, la spada di damocle dell’incandidabilità potrebbe pesare su una serie di ex-amministratori eventualmente intenzionati a ricandidarsi alle amministrative di maggio? “Secondo me non dovrebbero candidarsi, visto Il potenziale rischio di dover poi lasciare: che facciamo, un nuovo commissariamento?”, è la risposta di Gagliardi, che non ha mai nascosto l’intenzione di concorrere alle prossime elezioni per la poltrona di primo cittadino. E ribadisce il suo progetto di “porte aperte in Comune”, cioè di massima trasparenza e dialogo con i cittadini, in caso di vittoria.
Teresa Pittelli