Il Tar Calabria travolge gli aumenti della tassa sui rifiuti solidi urbani decisi dal Comune di Soverato nel 2012. E annulla le due delibere con le quali l’ente tra dicembre 2011 e febbraio 2012 aveva aumentato l’importo della tassa per quasi il 30%. La seconda sezione del Tribunale amministrativo di Catanzaro, presieduta da Massimo Luciano Calveri, nella sentenza depositata mercoledì scorso ha accolto il ricorso di un cittadino, Enrico Vaccaro, assistito dall’avvocato Domenico Calderoni, contro il Comune di Soverato difeso dall’avvocato Alfredo Gualtieri. Vaccaro aveva citato il Comune in giudizio per l’annullamento delle due delibere (n. 226/2011 e n. 28/2012) con le quali l’amministrazione aveva approvato un ruolo suppletivo per il 2011, e determinato la tariffa per il 2012, lamentando un ingiusto aggravio di tassazione per il cittadino-contribuente pari a circa il 30%. E i giudici gli hanno dato ragione, ritenendo illegittime quelle delibere sostanzialmente a causa della mancanza di una motivazione adeguata a giustificare gli incrementi tariffari. Come si ricorderà, il Comune aveva posto a base della necessità del caro-tariffe gli eventi alluvionali del 22 e 23 novembre 2011, e il conseguente aumento di rifiuti solidi urbani da raccogliere e conferire in discarica, con un maggior costo del servizio stimato dall’ente in 400 mila euro. Una motivazione e un maggior costo che si ritrovano, analoghi, in entrambe le delibere impugnate da Vaccaro. E che evidentemente non hanno convinto il Tar. “Il carattere previsionale e pluriennale delle disposizioni tariffarie richiede che l’incremento delle tariffe sia funzionale al miglioramento del servizio, avuto riguardo alla qualità e quantità effettivamente prodotta di rsu, al costo di smaltimento e agli indici reddituali per fasce di utenza e territoriali”, scrive il collegio giudicante. “Ne deriva che vanno chiarite le ragioni, i dati e le circostanze che inducono la p.a. ad elevare la percentuale di copertura e quindi il carico tariffario sui contribuenti”, prosegue la sentenza. Di conseguenza, il corredo di motivazioni posto a base degli atti del Comune “risulta supportato da attività istruttoria non perfettamente idonea al fine di comprendere l’iter logico seguito per pervenire alla decisione amministrativa di incrementare le aliquote Tarsu a carico dei cittadini, pure essi colpiti e danneggiati dai medesimi eventi alluvionali”.
Una decisione che rischia di essere l’ennesima “mazzata” sulla disastrata situazione politico-finanziaria del Comune, anche perchè la previsione relativa agli aumenti tributari era stata inserita nel piano di riequilibrio, che alla luce della sentenza sarebbe quindi “da rivedere”, anche se si tratta ancora solo di ipotesi, dal momento che c’è un secondo grado di giudizio davanti al Consiglio di Stato al quale presumibilmente il Comune farà ricorso.
Teresa Pittelli