Offerte ancora una volta incongrue. Procedura in stallo.
Ancora una volta apertura delle buste “amara” per il Comune guidato dalla commissaria straordinaria Maria Virginia Rizzo, che aveva puntato sulle alienazioni di alcuni immobili e terreni per fare cassa, anche in considerazione della precaria situazione finanziaria dell’ente. Le buste arrivate al protocollo dell’ente e aperte ieri mattina dalla commissione di gara presieduta da Vincenza Chiaravalloti, responsabile del settore tecnico, hanno infatti rivelato offerte talmente al ribasso da risultare incongrue. E da non poter essere accettate dal Comune, proprio come già successo per il mercato comunale qualche settimana fa. Proprio le nuove offerte per il mercato coperto di via Cimarosa, presentate da Co.me.t Srl (riconducibile a Floriano Noto, già titolare del centro commerciale Le Vele) e G.L. Market, sono risultate inferiori rispettivamente del 58% e del 50% rispetto al prezzo base d’asta che era di circa 1,5 milioni di euro. Se la Gl Market ha dunque presentato un’offerta d’acquisto intorno ai 750 mila euro, la Comet ha addirittura presentato un’offerta inferiore anche alla metà del prezzo di vendita stabilito dal Comune. Stessa cosa per l’immobile comprensivo di terreno in località S. Nicola, un lotto appetibile data la posizione panoramica sul golfo, in zona Glauco. In questo caso, se il Comune aveva chiesto 539 mila euro, l’offerta arrivata dall’unico acquirente, l’avvocato Antonio Balladelli, è stata pari al 49,50% della base d’asta.
Ribassi esagerati, evidentemente, che hanno portato l’ente a ritenere “non congrue” le offerte. La decisione del Comune è stata presa confrontando queste ultime con il prezzo minimo prestabilito nelle due schede segrete, delle quali comunque non si è data lettura proprio perché le offerte presentate erano totalmente fuori dal prezzo, che doveva essere contenuto in una percentuale di ribasso tra il 15% e il 30%. Ribassi, questi ultimi, non certo lievi, anzi già molto significativi. Ma che evidentemente non hanno incontrato il gradimento della potenziale platea di acquirenti, che a quelle cifre non è disposta ad arrivare, come dimostrano ormai tante gare andate deserte e ben due sedute di aperture delle buste con offerte incongrue. Per le modalità con le quali si era proceduto alle vendite, vale a dire ribassi notevoli e possibilità di varianti urbanistiche, secondo alcuni queste operazioni erano criticabili in quanto più simili a “svendite” non proprio in linea con il bene della collettività. Secondo altri, invece, commissario Rizzo in primis, l’alienazione è necessaria per contribuire a evitare il possibile dissesto finanziario del Comune, sul quale la Corte dei conti dovrebbe pronunciarsi a giorni.
Teresa Pittelli