Un nuovo applaudito spettacolo di spessore drammaturgico e letterario e con stelle di prima grandezza nel panorama del teatro nazionale, domenica scorsa al Teatro del Grillo di Soverato. Sotto la guida dell’appassionato direttore artistico, Claudio Rombolà, il piccolo-grande teatro soveratese non sbaglia un colpo e continua a ospitare produzioni ora sperimentali ora legate alla tradizione, ma sempre emozionanti e mai banali. E’ il caso de “L’uomo del destino” scritto da Yasmina Reza, e interpretato da un sempre magistrale Orso Maria Guerrini e da una bravissima Cristina Sebastianelli. Lui, Paul Parsky, scrittore da migliaia di copie vendute ma ormai timoroso del tramonto e che il mondo sia divenuto “amaro”, come afferma nel travolgente monologo iniziale; lei, Martha, matura e affascinante signora parigina, assidua lettrice dei suoi romanzi e sua ammiratrice da sempre. Si incontrano nello scompartimento di un treno, sulla tratta Parigi-Francoforte, ma non si parlano subito direttamente. Per un bel tratto, sono solo i loro pensieri pronunciati ad alta voce a descriverci le loro personalità. Due esseri umani che pur parlando a se stessi è come se si fossero sempre cercati, inseguiti e finalmente ritrovati nel tempo e nello spazio sospeso di quel vagone del treno. E proprio l’incertezza sul finale, il dubbio sul fatto che riescano o meno finalmente a rompere gli indugi e confessarsi (lei la sua ammirazione per lui e le tante domande che vorrebbe fargli, le tante cose che vorrebbe raccontargli, lui i suoi tormenti letterari ed esistenziali e la sua curiosità per la vita di lei), tiene lo spettatore con il fiato sospeso al racconto alternato dei due. “L’uomo del destino è soprattutto una partitura di sentimenti. La Reza sa raccontare così bene le emozioni dei personaggi che ci conduce con leggerezza ma sempre più in profondità dentro le loro vite – come ben racconta Maurizio Panici che ha curato la messa in scena – suscitando nello spettatore il desiderio di sapere se le loro solitudini troveranno un approdo”. Sia all’inizio che alla fine, a segnare la circolarità del percorso, la colonna sonora con la risata dissacrante di Guerrini-Parsky, entrambi geniali, entrambi alle prese con la propria superba arte e l’incertezza sul futuro, ma con la speranza sempre pronta a riaccendersi su quello che di vero ed emozionante può riservare il destino. Applausi a scena aperta dalla platea del Grillo, come sempre affollata, per la coppia Guerrini-Sebastianelli che ha entusiasmato il pubblico in entrambi i turni di spettacolo offrendo un’ora e mezza di teatro puro.
Teresa Pittelli