Nonostante le richieste di sospendere le vendite di ingenti e prestigiosi immobili comunali e consultare in merito cittadini, il Comune di Soverato procede spedito con l’alienazione dei sei lotti messi nuovamente a bando nei giorni scorsi, dopo che le aste erano andate deserte per vero o simulato disinteresse dei potenziali acquirenti. E se fosse o meno un trucco per convincere l’ente guidato dal commissario Maria Virginia Rizzo ad accettare ribassi sul prezzo di offerta e adottare condizioni più favorevoli ai futuri proprietari, il risultato è stato esattamente questo. Ora che sul prezzo di terreni e immobili si accetteranno offerte più basse rispetto alla richiesta di partenza, e ora che sono ammissibili le domande per cambiare la destinazione d’uso, ecco che le manifestazioni di interesse, prima latitanti, ora sono spuntate. Durante il periodo-lampo dei sette giorni trascorsi tra l’apertura e la chiusura dell’avviso, infatti, sono arrivate in Comune varie richieste per cinque dei sei immobili messi in vendita. L’ente nel frattempo ha già provveduto a nominare la commissione di gara per esaminarle, composta da Herman Mantella, responsabile del settore amministrativo, e Rino Mirarchi dell’ufficio tecnico.
Aste immobili del Comune: ecco chi ha aderito. L’ente procede spedito con la vendita; ignorate le proposte di stop
Per uno degli immobili più prestigiosi e simbolici per la collettività, cioè il mercato comunale, in seguito all’aggiunta “gratuita” dell’area parcheggio che porta il lotto in vendita da circa 800 a oltre 3000 metri quadrati, lasciando invariato il prezzo-base d’asta di circa 1,5 milioni di euro, sono arrivate quattro offerte: Gatto costruzioni, Gatto Consultings & Buildings, GL Market e Comet (riconducibile a Floriano Noto, già proprietario del centro commerciale Le Vele); le stesse ditte che, tranne GL market, sono disposte a comprare anche il terreno di fronte al campo sportivo, per ora parzialmente destinato a uso agricolo ma suscettibile di variante urbanistica secondo il bando comunale (importo base 1,1 milioni di euro). A una prima occhiata, considerati i richiedenti, sembra proprio che su quest’area potrebbe sorgere un centro commerciale o un supermercato. Un impiego però ipotizzabile pure per il mercato coperto in piazza Cimarosa, che ha gli stessi pretendenti. Come si diversificheranno, dunque, le due aree? Intanto l’ex Morgana, il parco nel cuore della città un tempo spazio di incontro socio-culturale, è stato invece richiesto dalla Siarc, colosso catanzarese della ristorazione e del catering. Il prezzo iniziale è di 425 mila euro, e anche questo lotto, per ora vincolato a verde pubblico, è stato inserito dal Comune tra quelli per i quali si può chiedere la variante. Un privato cittadino, Salvatore Palaia, ha infine avanzato un’offerta per l’appartamento di via Sorelle Scoppa, mentre l’immobile e il terreno in località S. Nicola ha due potenziali acquirenti, per un importo base di 539 mila euro: la “solita” Gatto Consulting & Buildings e un altro cittadino privato (l’avvocato Balladelli). Anche in questo caso la destinazione d’uso è modificabile, e non è esclusa, vista la posizione panoramica sul mare e la notevole estensione dell’immobile, l’ipotesi turistico-ricettiva, nel caso che a vincere sia l’impresa edile.
In ogni caso, considerato il dibattito acceso in città dalla proposta di Antonello Gagliardi (Semplicemente Soverato) di sospendere le alienazioni e consultare i cittadini, proposta che sta anche trovando favorevole la maggioranza degli utenti del sito cittadino soveratoweb, forse una riflessione si potrebbe fare. Almeno a livello di discussione pubblica. Ma probabilmente nell’ottica dei funzionari comunali e statali non c’è tempo, a causa del pressing della Corte dei conti che sta per pronunciarsi sulla dichiarazione o meno di dissesto per il Comune, prospettiva, questa, che spingerebbe ad accelerare sulle alienazioni per fare cassa. Non non ci si può non chiedere, però, se la cifra complessiva che se ne ricaverà, tra facilitazioni e ribassi, sia davvero in grado di salvare la città dal dissesto e fare la differenza in tal senso. E se la perdita permanente di beni preziosi in favore di imprenditori e cittadini privati, che avranno anche la possibilità di edificare, non sia un prezzo troppo alto da pagare per la collettività.