L’ente attende le risorse del “Pac cura” per ipotesi alternative di servizio
Arriva la delibera ufficiale, firmata già ad agosto ma pubblicata solo ieri, di chiusura della gestione comunale dello storico asilo nido “La Coccinella”. Il personale impiegato all’asilo, puericultrici, bidelle e cuoca, già da qualche mese di fatto trasferito ad altre mansioni in Comune (chi all’ufficio anagrafe, chi a quello scolastico, chi alle pulizie in teatro, a seconda della categoria professionale), con il provvedimento reso noto ieri viene ufficialmente “richiamato presso il palazzo di Città”. Addio definitivo, dunque, al servizio educativo e sociale per la prima infanzia che il Comune di Soverato assicurava fin dai primi anni ’70.
Le ragioni contenute nell’atto adottato dal commissario straordinario del Comune, Maria Virginia Rizzo, sono quelle già esposte a fine agosto in conferenza stampa, ora messe nero su bianco: le difficoltà economico-finanziarie dell’ente, il piano di riequilibrio che “impone una drastica riduzione delle spese” tra le quali quelle connesse alla gestione diretta dell’asilo nido relative agli stipendi delle sei dipendenti comunali, tre di categoria A e tre di categoria B, nonché utenze elettriche, gas, telefono e servizio mensa. La delibera fa anche riferimento a un calo degli iscritti negli ultimi anni, a una tariffa in capo agli utenti che non assicura una copertura dei costi pari al 36% richiesto per il servizio, e all’opportunità di impiegare il personale ex-asilo nido “per potenziare i servizi di accertamento e riscossione oltre che sostituire quello che nei prossimi anni sarà collocato a riposo”. A nulla è servita, per ora, la battaglia condotta dalle mamme del nido già dal 2012, culminata in una manifestazione di piazza a fine luglio. Nel corso dell’iniziativa i promotori avevano sottolineato i dubbi sugli effettivi risparmi derivanti dalla chiusura del servizio, dal momento che la maggior parte dei costi sarebbe assorbita dagli stipendi del personale, che il Comune continua a pagare; erano anche state avanzate numerose proposte per rendere più “redditizio” il nido comunale, dall’apertura a un maggior numero di bimbi abbassando la soglia dell’età in modo da concorrere ad armi pari coi privati, a una rimodulazione dell’orario più favorevole alla conciliazione dei tempi di lavoro e famiglia. Suggerimenti non presi in considerazione dai funzionari dell’ente, evidentemente, che alla fine hanno deciso per lo stop definitivo. La delibera fa ora riferimento alla volontà di garantire lo stesso il servizio sulla base di “eventuali” finanziamenti che arriveranno dal “Pac cura”, il Piano nazionale di azione e coesione per l’infanzia e gli anziani non autosufficienti. Il bando scade a dicembre, e concede da un lato voucher-buoni asilo alle famiglie che abbiano determinati requisiti di reddito, dall’altro lato la ben più corposa possibilità di ristrutturare e mantenere asili nido comunali per gli enti in difficoltà economica. Quest’ultima sembra fatta a pennello per Soverato: si riuscirà a utilizzare? Dal Comune filtra la notizia che il gruppo tecnico di lavoro, composto tra gli altri dalla responsabile del servizio, Paola Grande, oltre che dai membri dei 28 comuni dell’ambito interessato, starebbe approntando gli ultimi ritocchi al progetto. Progetto che sarà inviato nei termini al ministero dell’interno, e in forza del quale il nostro ambito, con Soverato capofila, dovrebbe ottenere un finanziamento pari a 568 mila euro per il 2014. Il progetto in prima battuta riguarderebbe azioni come i voucher, per poi sperare di passare all’ipotesi più interessante, quella della “ripresa” del servizio-nido, con risorse più consistenti nella seconda tranche del 2015.