Presentate offerte con ribassi fino all’83%. Il Comune non accetta.
Tutti lo vogliono ma nessuno se lo piglia: è una gara rimasta senza vincitori, quella per l’aggiudicazione del mercato coperto “Cimarosa” di Soverato, come si apprende dal Comune dopo la seduta di apertura delle buste che si è svolta ieri mattina. Lo storico punto vendita alimentare, struttura che può arrivare a 1700 metri quadri circa di superficie, più 900 di area esterna, continua a essere, insomma, oggetto di attenzione per i privati interessati all’acquisto. Ma al tempo stesso continua a non trovare un vero acquirente. E così, come era andata deserta la prima manifestazione di interesse che invitava i potenziali interessati a farsi avanti, allo stesso modo si è conclusa senza alcun aggiudicatario la gara tra le imprese che poi avevano presentato la loro offerta, richiamate da una seconda manifestazione d’interesse. Delle tre inizialmente gara, da notare innanzitutto il ritiro del concorrente “soveratese”, e cioè la ditta Paoletti, che non ha presentato la busta con l’offerta.
Delle due aziende rimaste in gioco, invece, la Gatto Consulting & Buildings, azienda edile catanzarese attiva nel settore dei centri commerciali, ha proposto di acquistare il mercato per soli 270.307 euro, con un maxi-ribasso che sfiora l’83%. L’altra ditta, la AZ Spa di Floriano Noto, già proprietaria del centro commerciale “Le Vele”, ha presentato un’offerta pari a 626 mila euro, con un ribasso del 60%.
Offerte incredibilmente fuori “mercato”, è il caso di dire, tanto che il Comune non ha potuto fare altro che ratificare l’impossibilità di prenderle in considerazione, anche perché la procedura prevedeva – come da scheda segreta aperta ieri – una soglia massima di ribasso del 15%.
La commissione di gara presieduta da Vincenza Chiaravalloti e composta dal dirigente del settore Affari generali, Herman Mantella, e dal responsabile del procedimento Rino Mirarchi, ha quindi preso atto che la gara non è andata a buon fine. Cosa succederà a questo punto? I tanti cittadini perplessi dalle modalità di questa alienazione e dall’impiego commerciale di un bene in posizione centralissima, nel cuore del paese, che ha sempre assolto a una funzione sociale, potranno essere sollevati dalla circostanza, o si procederà a un nuovo bando al ribasso?
Dal Comune non trapela alcuna notizia in questo senso. Probabilmente adesso la commissaria Maria Virginia Rizzo valuterà il da farsi insieme ai tecnici dell’ente. Certo è che la risposta degli imprenditori locali, talmente incongrua rispetto alla richiesta del Comune da sembrare poco convinta e poco credibile, fa riflettere sull’opportunità o meno di dare il bene ai privati per farne un centro commerciale. E al tempo stesso fa affacciare il timore che a qualcuno venga la tentazione di “svenderlo”. La speranza, invece, è che la valutazione del Comune vada nel senso opposto, e cioè quello di preservarne il valore collettivo.