Rosy Canale ha voluto fortemente questa anteprima in Calabria prima della tournée che la porterà nelle maggiori città italiane. Lo spettacolo, che andrà in scena domani alle 17 e alle 20.45, apre la stagione del Teatro del Grillo diretto da Claudio Rombolà. E si tratta di un evento davvero di portata storica: Rosy Canale, nata a Reggio Calabria, vittima della violenza della ‘ndrangheta per aver rifiutato di far spacciare droga nel suo locale da parte di ragazzini coetanei di sua figlia, rifugiatasi prima a Roma e poi a New York con la figlia Micol, porta in scena queste “Storie di ordinaria resistenza nella terra di nessuno” per raccontare l’abisso e la rinascita, per segnare la strada.
La regia è di Guglielmo Ferro, figlio del grande Turi, le musiche di Franco Battiato. Nel 2007 Rosy torna in Italia, anzi si trasferisce a S. Luca, nel cuore della Calabria, perché a seguito della strage di Duisburg in Germania decide di non rimanere a guardare: si offre come volontaria nella scuola e capisce che è da lì che le cose devono cambiare, dai bambini già vittime dell’ignoranza, dalle insegnanti remissive, dalla madri educate all’obbedienza che però, incuriosite dai racconti dei figli, si avvicinano a lei. Rosy diventa la locomotrice del Movimento delle Donne di San Luca, 400 donne sottoscrivono. Obiettivo: creare possibilità lavorative e culturali in un territorio considerato ad altissima penetrazione mafiosa; portare bambini e giovani su una strada diversa da quella solita, scontata e inevitabile perché unica. Poi tutto finisce perché le promesse delle Istituzioni (in tanti si erano scomodati a dare sostegno) non hanno mai avuto un seguito. Viene staccata la luce e tutto si ferma.
Ancora oggi Rosy vive a New York, ma attorno a lei si è creata una grande energia e in molti si stanno offrendo per far risuonare la sua voce. Nel 2008 ha vinto il Premio per la Legalità del Comune di Locri. Alla sua storia si sono interessate anche prestigiose testate straniere, dal ‘Los Angeles Times’ al ‘Washington Post’. Sempre nel 2012 ha ricevuto il Premio Brutium per la città di Cosenza.
Nel 2013 finalmente anche l’Italia decide di appoggiare la sua lotta per una cultura della legalità. A ottobre il Progetto contro le Mafie organizzato da Andrée Ruth Shammah al Franco Parenti di Milano ospiterà il debutto del suo spettacolo teatrale, dopo l’anteprima soveratese. Un testo dove c’è tutta la storia di Rosy, dalla sua infanzia tra la casa a Reggio e quella della nonna, a Fiumara, passando per i cortei funebri dei morti ammazzati e per i pellegrinaggi verso Santi e Madonne, la ribellione al Malaluna, la violenza. Fino al suo impegno tra le donne di San Luca. Un racconto che si snoda inesorabile tra le pietre, i silenzi, la rassegnazione della gente, l’indignazione, l’insubordinazione alla ‘ndrangheta che “non si nomina, la si intende senza pronunciarla. Nasce con noi, come quel senso disperato di sopravvivenza”.