Un’anteprima nazionale che parte dal Teatro del Grillo di Soverato per poi approdare nei più prestigiosi teatri italiani, nelle condizioni politico-amministrative nelle quali versa la cittadina è un “miracolo”. A lanciare il sasso è Chiara Giordano, direttrice di ArmonieD’Arte Festival, che coglie l’occasione della nuova stagione di prosa del Teatro del Grillo per lanciare un grido di aiuto, tra riflessione, appello e denuncia, sulla poca sensibilità che c’è intorno alla cultura. “Sa di miracoloso il fatto che in una cittadina di provincia, con un’amministrazione assente e gestita da un Commissario che non sembra sensibile affatto alla questione né per impegno professionale né per imperativo morale, pur avendo in carico la gestione del Teatro comunale, rimanga vivo e di qualità un piccolo teatro privato”, spiega Giordano. “Ma la cosa più miracolosa è che riesce a realizzare una stagione che nulla concede al facile clima delle produzioni più leggere, che con facilità attirano pubblico, ma riesce a fare il pieno di 200 posti a spettacolo (in due repliche)”, prosegue la direttrice di Armonie. “In un piccolo centro, con un cartellone decisamente impegnativo e neppure mediaticamente eclatante, questo non è affatto scontato e dice una sola cosa: se opportunamente informata e fidelizzata la gente risponde anche alle pagine culturali di più complesso ascolto”, sottolinea Giordano. Allo stesso modo, per la Giordano “non è affatto scontato che alcune produzioni vengano a realizzare un’anteprima nazionale a Soverato prima di debutti altisonanti a Milano, Roma e altro ancora, e ci si aspetterebbe in merito un’attenzione dei media locali forse più corposa; così come è preziosissima la presenza attori straordinari come Roberto Herlitzka, a mio parere il miglior attore italiano, o quella di Pamela Villoresi che, forse perché abbiamo avuto l’onore di ospitarla più volte in questo territorio compreso in Armonied’artefestival, in particolarissima edizione di “Baccanti” nel 2010, non appare così importante come invece dovrebbe, atteso che la Villoresi esprime una delle punte di diamante di tutto il teatro italiano”.
La premessa di Chiara Giordano sta nel fatto che “il teatro rimane un indice di civiltà per i territori che lo ospitano. Più volte ho ripetuto, durante quest’ultima assai fortunata edizione del festival, che sarà necessario uno sforzo grande e comune affinché in questi tempi di difficoltà socio economiche non si ceda alla tentazione di svilire la cultura, privarla dei suoi luoghi d’elezione, commercializzarne i contenuti. Chiudere i teatri o mal-gestirli, trattarli come una qualunque attività pubblica o privata che sia – ribadisce Giordano – significa prestare il fianco a un oscurantismo moderno, se è pur vero che nella storia dell’umanità, l’arte e la cultura sono stati motori o ancore di sviluppo”.
“Faccio tutti i miei complimenti a Claudio Rombolà che da anni anima e guida il Teatro del Grillo e alla sua compagnia che evidenzia una qualità, una passione e una dedizione che, al di là dei limiti ovvi dell’amatorialità da intendersi nell’accezione più nobile, potrebbe dare esempio anche a qualche contesto detto professionale; altresì resto disponibile per qualunque supporto tecnico che Armonied’arte e la mia persona possano fornire”, conclude Giordano. Chiudendo con una nota dolente ma anche fiduciosa: “Pur consapevole della difficoltà antropologica per la Calabria di lavorare insieme oltre individualismi smodati – evidenzia – sono dell’opinione che l’abusato concetto di rete resta uno strumento operativo ormai ineludibile”.
(tp)