Una serata per rivendicare orgoglio e appartenenza berlusconiani. Così si può definire l’incontro organizzato ieri sera al Miramare da Peppe Messina, primario di chirurgia all’ospedale di Soverato e decano del partito, al cui fianco si è seduto un infervorato Domenico Tallini, assessore regionale pidiellino venuto da Catanzaro a benedire l’operazione “Forza Italia”, anche se un club ancora non c’è, e a dispetto delle polemiche di questi giorni da parte del Pdl “ufficiale” di Soverato, all’oscuro di questa prima riunione e che forse teme lo “scippo” del nuovo marchio forzista da parte del gruppo rimasto con l’ex sindaco, mandato a casa, sì, ma ora tornato al contrattacco.
Soverato, Taverniti&co rivendicano l’orgoglio forzista e puntano a un nuovo partito. Con la benedizione di Tallini.
Erano seduti a lato del tavolo presidenziale, volutamente non sotto i riflettori, i due garanti soveratesi dell’iniziativa: appunto l’ex sindaco Leonardo Taverniti, detronizzato proprio dal Pdl locale, e Antonio Gallucci, suo fedele ex capogruppo dello stesso partito. Dopo l’introduzione di Tallini, dedicata alla difesa a spada tratta di Silvio Berlusconi, “vittima eccellente della giustizia”, e con un solo veloce cenno alle polemiche locali sull’irritualità di questa riunione (“ogni appuntamento è utile, non bisogna sottovalutare l’importanza di tutte le iniziative che mostrano impegno e volontà di scendere in campo”, ha chiarito), è stato proprio Gallucci a prendere la parola e dettare la linea della nuova formazione in fase di organizzazione.
“Dobbiamo far rinascere questo partito qui a Soverato, perchè finora il Pdl soveratese ha dato un’impressione di poco calore – ha spiegato l’ex capogruppo – mentre c’è bisogno di costruire un gruppo operativo che stia tra la gente e attiri i giovani”.
Un concetto rivendicato in alcuni interventi di partecipanti-chiave come Franco Cervadoro, acclamato in qualità di “tessera n. 1” di Forza Italia, che ha ricordato i tempi dell’avvio di Fi in città. “Nessuno può accusarci di non appartenere al partito perché se siamo stati i primi a fondarlo, allora possiamo benissimo essere i primi a riorganizarlo adesso, dopo 20 anni”, ha sottolineato Cervadoro. Che ha anche ipotizzato “la futura creazione di un club, con l’elezione del segretario e l’apertura ai giovani”. Entusiasta dell’idea Tallini, che è tornato a insistere sul recupero del concetto di “militanza” e del “gusto di andare in sezione per gli iscritti”, addirittura indicando nelle “strutture parallele della sinistra, sindacati e organizzazioni femminili ad esempio, un modo di formare ideologicamente i giovani che va a svantaggio della destra, e che bisogna controbilanciare favorendo maggiore partecipazione”.
A rincarare il concetto, anche Pietro Matacera (“Noi siamo i pionieri dell’invito di Berlusconi a coinvolgere la base”), e infine Taverniti. “Per me essere qui è un ritorno a casa, sono stato iscritto a Fi e con l’amico Pietro Fuda abbiamo fatto tante campagne elettorali”, ha esordito l’ex sindaco. “Chi fa polemiche e pettegolezzi non vuole fare politica – ha proseguito – mentre noi getteremo le basi per un partito che sta sul territorio e tra la gente, senza dover andare più a elemosinare fuori da Soverato quello che ci spetta, seguendo logiche che hanno visto di recente la città soccombere rispetto ad altre volontà”. La platea, una sessantina di persone, applaude. Sarà successo, o almeno riscatto? Ai cittadini (ed elettori) l’ardua sentenza.
Teresa Pittelli