Ammesse alla gara tutte e tre le ditte che concorrono all’acquisto del mercato coperto di via Cimarosa, ditte già note in via ufficiosa da qualche giorno. Come reso pubblico ieri con determina del dirigente del settore competente del Comune, Vincenza Chiaravalloti, le tre imprese che si giocheranno la partita dell’acquisizione dell’immobile, per una base d’asta di circa 1,5 milioni di euro, sono la nota azienda locale Paoletti spa, con sede in Montepaone, e altre due ditte catanzaresi, la Gatto Consulting & Buildings, azienda edile attiva nel settore dei centri commerciali, e la AZ spa, già proprietaria del centro commerciale “Le Vele”, entrambe con sede nel capoluogo regionale. A strettissimo giro partiranno ora le lettere d’invito per le tre aziende “promosse” alla fase successiva della procedura.
Dall’esame della documentazione presentata al Comune dalle tre ditte che hanno risposto alla manifestazione d’interesse, che si è svolto giovedì scorso, è infatti emerso che tutte e tre le concorrenti meritano di passare alla fase successiva della gara, che stabilirà, nei prossimi giorni, quale sia l’acquirente con i requisiti più idonei a negoziare l’acquisto della struttura. Struttura che, si ricorda, può arrivare a 1700 metri quadrati più 900 di area esterna, e che a questo punto sembra probabilmente destinata a un impiego commerciale.
La commissione di gara deputata a decidere a breve il vincitore è composta dal dirigente del settore affari generali del Comune, Hermann Mantella, e dal responsabile del procedimento Saverio Mirarchi, ed è presieduta dalla stessa Chiaravalloti.
Superate, dunque, le polemiche sulla presunta scarsa appetibilità della vendita, legate al prezzo considerevole, è ora il tempo della curiosità su quale delle tre imprese, tutte stra-note sul territorio, di aggiudicherà l’ex mercato coperto. E soprattutto su cosa ne farà esattamente e in che tempi. Nel frattempo, non è stata ancora definita la questione della eventuale nuova location dei box del mercato alimentare che saranno “sfrattati” dalla loro sede storica, e per i quali il Comune aveva previsto una soluzione sulla quale però non si è trovato l’accordo.
Teresa Pittelli