Ci vorrebbe Mutshuito

Alla metà del XIX secolo il Giappone era un Impero di antichissima civiltà e desolante arretratezza, e, come accade in simili casi, quasi tutti spacciavano per tradizione quello che era solo ottuso conservatorismo: più o meno come il Meridione d’Italia in questo 2014. Ma torniamo in Giappone. L’imperatore era una figura simbolica, e il potere era in mano una dinastia parallela di shogun; finché non salì al trono, nel 1868, Mutshuito, il quale decise di fare la rivoluzione contro il suo popolo, cominciando con il licenziare lo shogun, e imponendo con le buone e soprattutto con le cattive una politica di ammodernamento generale non solo dello Stato ma delle stesse costumanze e della quotidianità. Salvò e difese la Tradizione genuina, che tuttora governa i Giapponesi, ma scrostò tutte la ruggine delle anticaglie e dei comodi di questo e quello. Qualcuno si oppose a mano armata, venendo battuto; i più obbedirono all’imperatore. Detto fatto, arrivarono tecnici occidentali e americani, s’impiantarono industrie, si svilupparono commerci; e, per sostenere il tutto, vennero creati un esercito e una flotta che, fatta presto una prova contro la Cina, nel 1904-5 sgominava la Russia, consacrando il Giappone potenza mondiale. Glorioso e amato, e divenuto intanto Meiji (Governo illuminato), il grande sovrano morì nel 1912.
Al Sud d’Italia occorrerebbe un Mutshuito altrettanto duro e saggio di quello nipponico; uno che facesse subito le seguenti cose:
– agire sempre tramite decreti;
– salvare ed esaltare le tradizioni vere e fare piazza pulita di tutte le patacche e reinvenzioni del passato: per esempio, vietare la locuzione Magna Grecia a chi non dimostri di saperne parlare sul serio per almeno mezzora con nomi e fatti; lo stesso per gli inventori di terze potenze industriali, bidet e &;
– catalogare e recuperare il patrimonio culturale;
– togliere ogni potere ai burocrati attraverso un decreto di semplificazione senza trucchi: come fare? scrivere un decreto di una sola pagina;
– ridurre al minimo i passacarte di qualsiasi ente;
– chiudere tutti i comuni inferiori a 20.000 abitanti;
– confiscare le terre abbandonate e assegnarle a chi le coltivi davvero;
– riorganizzare il turismo; arrestare subito chi venga sorpreso ad affittare d’estate un appartamento in nero, e anche gli affittuari;
– dismettere tutte le infinite stradine elettorali; così dicasi per gli ospedali fasulli, eccetera;
– vietare i convegni antimafia segue cena, soprattutto quelli che fanno perdere tempo alle scuole;
– combattere senza remore mafia, camorra e roba del genere, con particolare attenzione ai colletti bianchi e alla zona grigia.
Tranquilli, qui non siamo in Giappone, dove i conservatori presero le katane contro Mutshuito; qui al massimo l’opposizione si estrinsecherà nel piagnisteo, e con quattro calci nel deretano la mettiamo a dormire. Il parassita costretto a lavorare, prima tenterà il suicidio; poi gli si scioglieranno i muscoli e si rassegnerà; in qualche raro caso, si potrebbe anche sciogliere il cervello.
Mutshuito Meiji, vieni un momento a Napoli Bari Potenza Catanzaro Palermo: c’è tanto bisogno di te.

Ulderico Nisticò

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *