Con la presente lettera aperta, a nome dell’Associazione Ferrovie in Calabria che rappresento assieme a quattro soci fondatori, ma soprattutto assieme a decine di simpatizzanti che seguono il nostro movimento da tutta la regione (e non solo), vorrei segnalare un ennesimo scempio, che a breve sarà perpetrato ai danni della nostra ferrovia Jonica.
Dopo l’autentico scandalo dell’InterCity Reggio Calabria – Taranto (anomalia vergognosamente non ancora risolta, nonostante le nostre segnalazioni anche a livello nazionale), effettuato con una “littorina” ALn668 risalente a 40 anni fa, e non con le vetture adeguate al servizio, una nuova “dannazione” sta per abbattersi, questa volta sull’infrastruttura della linea ferroviaria Reggio Calabria – Metaponto – Taranto.
Entro dicembre 2014, infatti, secondo programmi di gestione di Rete Ferroviaria Italiana, circa dieci stazioni (con rischio di estensione che potrebbe sfiorare 20 impianti!), verranno declassate a “fermate”. Tecnicamente, tale declassamento consiste nella soppressione dei binari di precedenza ed incrocio e relativi apparati di segnalamento, che normalmente caratterizzano le stazioni ferroviarie, e che permettono di effettuare manovre dei convogli ferroviari, ed in particolare incroci tra treni marcianti in senso opposto, e precedenze, per esempio tra un treno più veloce che “supera” uno più lento. La riduzione del numero di stazioni, e relativa trasformazione in fermate su linee ferroviarie a doppio binario (a maggior ragione se elettrificate e percorribili a velocità medio/alte), non provoca eccessive ripercussioni sul traffico ferroviario potenziale: lo stesso discorso, chiaramente, non vale per quelle a binario unico, come appunto la nostra Jonica.
Le stazioni che subiranno il definitivo taglio e che rimarranno a singolo binario, saranno le seguenti: Marina di San Lorenzo, Bova Marina, Capo Spartivento, Ferruzzano, Ardore, Gioiosa Jonica, Caulonia, Riace, Squillace, Roccabernarda, Isola di Capo Rizzuto, Roseto Capo Spulico (già trasformata in fermata da alcuni giorni), Policoro-Tursi. E come anticipato, potrebbero non essere le uniche, in futuro.
E’ il risultato della discutibile politica nazionale di “right sizing”, di Rete Ferroviaria Italiana: questa drastica riduzione dei punti di incrocio/precedenza sulla nostra tratta Jonica, porterà ad una riduzione della capacità di traffico della linea ferroviaria, vicina al 50%.
Perciò, se fino ad oggi avevamo un’infrastruttura capiente, pronta ad ospitare un notevole numero di treni in circolazione, ma purtroppo…a mancare erano i treni (per varie colpe, che spaziano da Regione fino a Ministero dei Trasporti, passando ovviamente per Trenitalia), proprio quando sembra finalmente vicina una svolta, grazie al rinnovato interesse per il trasporto su ferro della Regione Calabria…diventa decisamente complicato potenziare il servizio, semplicemente per carenza di “spazio” lungo la linea, che come ribadiamo è a binario unico. Diminuendo il numero di punti di incrocio, automaticamente diminuisce la possibilità di incrementare il traffico. L’unica possibilità, rimane una sorta di “sopravvivenza” stentata della tratta, con rimodulazione degli orari, che però non presuppone certo quell’obiettivo di definitivo potenziamento, e ripristino del ruolo di centralità della ferrovia Jonica, per la mobilità di migliaia di cittadini calabresi e non solo (non dimentichiamo infatti che la linea attraversa un territorio di enorme valenza turistica!).
Segnaliamo inoltre, che un’altra grande “vittima” delle politiche di RFI, è la stazione di Crotone, ormai ridotta a semplice impianto secondario. Un piazzale composto da quindici binari (di cui cinque, più un tronco, utilizzati per servizio viaggiatori in stazione), distribuiti tra platea di lavaggio carrozze, scalo merci, scalo intermodale, zona ricovero carri e rimessa, è stato praticamente annullato, e ridotto a soli tre binari. Ovviamente, l’intera area verrà in futuro convertita ad altro uso, chiudendo definitivamente la porta ad un ripristino di almeno una piccola parte del servizio su rotaia regionale ed a lunga percorrenza, che contraddistingueva la stazione della città pitagorica. Un programma che sembra comunicare deliberatamente che la ferrovia Jonica è ormai definitivamente declassata a tratta secondaria, che non vedrà mai un potenziamento, e che di conseguenza diventa sproporzionata a livello infrastrutturale, necessitando quindi di essere ridimensionata per contenere i costi di manutenzione. E tutto ciò, paradossalmente, avviene mentre si continua a dare per certa la messa sotto tensione di tutta la linea ancora a trazione diesel, da Sibari a Melito di Porto Salvo. A tal proposito, ci chiediamo dove sia finito (se mai c’è stato), lo studio di fattibilità relativo proprio all’elettrificazione, effettuato nello scorso mese di luglio 2013, e quali siano stati i risultati.
Nel frattempo, l’Associazione Ferrovie in Calabria lancia l’ennesimo appello, rivolto principalmente alle istituzioni Regionali e locali: se davvero abbiamo a cuore le sorti di questa ferrovia e realmente vogliamo puntare su di essa per il trasporto pubblico di domani, fermiamo questo scempio, purtroppo già avviato, prima che sia troppo tardi.
Non vorremmo poi sentirci dire “non possiamo ripristinare i treni, perché non c’è spazio”, oppure “ritornerà un treno diretto per Roma, ma impiegherà il doppio del tempo da Reggio Calabria a Sibari, perché le stazioni per effettuare gli incroci sono poche”.
Roberto Galati
Associazione Ferrovie in Calabria