Ancora con la Shoah?

…ad esempio, ieri mattina…

Gelsomino si trova dinanzi alla Tv.

 – Oggi in Tv c’è sempre la stessa storia: “Il diario di Anna Frank” sul primo canale, “Cento amici non sono tornati” sul secondo e “La piccola ebrea” sul terzo. D’accordo! Lo sappiamo tutti… c’è stata la Shoah, ma sono trascorsi 60 anni… ne dobbiamo ancora parlare? Meglio uscire e fare una passeggiata, và! Perché ammorbarsi con queste storie tristi? Le conosciamo già!

 Detto fatto.

 In giro c’era poca gente, l’aria tersa permetteva una lunga vista su tutto il golfo e poco mancava a sentire il profumo di fiori, spuntati tra le erbacce, causa l’improvviso caldo invernale.

Ad un  tratto Gelsomino scorge un vecchio, vestito di un pigiama a righe nere, immobile su una panchina, intento a scrutare l’orizzonte.

– Buongiorno!
– A te.
– Scusi la franchezza… perché sta qui con un pigiama a righe? Fa freddo, non trova?
– Sto fumando.
– Embè?
– Voglio che la gente ricordi… una volta… almeno una volta… tutto presto finirà!
– Eh? Oddio, oggi è la giornata della memoria… non starà parlando della Shoah?
– Bravo.
– Stamattin, stavo giusto pensando che ormai serve a poco. Secondo me, stiamo esagerando.
– Abbi pazienza. La memoria del passato… di questa parli?
– Sì.
– Tranquillo! Si sta esaurendo.
– Che intende?
– Gli ultimi sopravvissuti fra poco se ne andranno e con loro se ne andrà la vera testimonianza di quel che è successo.
– Sono 60 ani che ne parliamo e le librerie sono piene di libri su questo passato. Abbiamo capito  che è stato un genocidio, che i Tedeschi si sono macchiati di gravi colpe… però ormai è acqua passata!
– Questo non mi preoccupa.
– Allora, conviene che andiamo oltre…

 Il vecchietto tira fuori dalla tasca del pigiama due fogli e apre il primo a favore di Gelsomino…

– Vedi? 

(foto reale, di cui sono state coperti i riferimenti)

 – Diavolo!
– Sì! Pressappoco è fatto così il diavolo! Non mi preoccupa la memoria del passato, ma la memoria del presente.
– Dove l’ha trovato?
– Per strada, sui muri. Pochi l’hanno notato. Ecco come si forma l’indifferenza.
– Davvero pochi se ne sono accorti?
– Guarda quest’altra…

 (foto reale, di cui sono state coperti i riferimenti)

 – Quel muro si trova vicino ad un supermercato. Quanti l’hanno notato? Questa è la memoria che  dovremmo avere! Di Anna Frank e di Auschwitz m’importa poco. Vorrei che qualche ragazzo avesse la voglia, come ce l’ho io, di cancellare questa scritta.

– Perché state qui col pigiama a righe, al freddo, su questa panchina?
– Perché spero che almeno un ragazzo, passando e guardandomi, si chieda perché, perché un uomo al freddo col pigiama a righe stia fermo, immobile. Perché? Dove l’ha vista una scena simile? Perché ancora qualcuno patisce il freddo? Ancora qualcuno può avere paura della mano dell’uomo?
– Posso sedermi accanto a lei?
– Una sigaretta?
– Non fumo.
– Neanch’io… prima di Auschwitz!

 

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