I Salesiani, presenti a Soverato già nel 1904, nel 1908 avevano già la loro chiesa di S. Antonio, esito di donazioni delle sorelle Scoppa a don Rua. Come aveva fatto don Bosco, i Salesiani ricevevano volentieri offerte e donativi, ma sarebbe molto riduttivo interpretare solo in questi termini una presenza secolare. Intervennero due momenti importanti: le crescenti difficoltà della Casa di Borgia mal gradita e a laici e a ecclesiastici, e l’accoglienza favorevole a Soverato. La piccola località era, in quegli anni, un ricco e attivo attracco di bastimenti, e, dal 1875, stazione ferroviaria; e centro dei commerci di tutto il Basso Ionio e le Serre. In un territorio calabrese di millenaria civiltà e pervicace conservatorismo, Soverato brillava per innovazioni e apertura mentale: l’incontro tra i Salesiani e la futura città si deve considerare anche una lucida intuizione delle esigenze di religione e cultura di una comunità assai vivace. Nel 1915 veniva del tutto abbandonata Borgia.
Da allora, l’Oratorio, l’Istituto, e, verso gli anni 1927-8, il Ginnasio. Per i più giovani – quasi tutti, ahimè – meglio che spieghi. La riforma Gentile del 1922-3 favoriva l’istituzione di scuola non statali dove non si riteneva di crearne di governative. Come scuola superiore di base, stabiliva un quinquennio che si concludeva con l’esame di Licenza Ginnasiale; negli ultimi due anni, al latino si affiancava il greco.
L’Istituto divenne internato; e, per i cittadini, venivano ammessi dei semincovittori. A S. Antonio si aggiunse l’ala centrale, con il cortile.
La scuola, secondo lo stile salesiano, venne integrata con la musica, il teatro, il calcio, la pallacanestro, la ricerca scientifica; e, cosa un po’ rara in Calabria, lo stile. Il rapporto con il paese e il territorio fu intenso ma discreto, e in questi lunghissimi anni i Salesiani (salvo rare e maldestre occasioni) evitarono sempre di impicciarsi di politica locale.
Tanto meno influirono, come qualcuno banalmente ripete, sulle scelte della popolazione: mentre l’Istituto apriva nel 1953 il triennio liceale, a Soverato si aprivano le scuole superiori statali, per merito di persone non solo di fede cattolica ma legatissimi ai Salesiani.
Nel 1941, dopo non facili passaggi, era stata istituita la Parrocchia di Soverato Marina, affidata alla Congregazione, com’è tuttora. Mutò negli anni il rapporto tra Parrocchia e Istituto, tra autonomia e fusione.
L’influsso della presenza di don Bosco in città è evidente nella religiosità dei Soveratesi. Delle coscienze non è arte dei mortali dire qualcosa, ma è imponente la frequentazione delle funzioni, che, lasciatevelo dire da uno che viaggia parecchio, non è così palese altrove: tutt’altro.
Ulderico Nisticò