Il 10 scorso don Leonardo Calabretta e il sottoscritto hanno tenuto una conferenza sul Sirleto, nel quinto centenario della nascita. Sarebbe logico attendersi che qualcun altro si sia mosso in tal senso, ma, ahimè, non è affatto così. A oggi:
– la Regione Calabria – presidenza di Giunta, presidenza di Consiglio, assessorato alla cultura – è muta come una tomba;
– taciturne come giraffe sono le Province di Catanzaro e Reggio [NOTA: egli nacque a Guardavalle, che però era allora casale di Stilo];
– silenziosi come pesci i Comuni di Guardavalle e Stilo;
– afone come tartarughe le Diocesi di Catanzaro – Squillace, di Gerace e di San Marco Argentano – Scalea [NOTA: Egli fu vescovo di Squillace, allora estesa fino a Placanica; e prima di San Marco]; né si hanno notizie dal Vaticano.
Per carità, non dico che tutti o alcuni di questi illustri e santi signori si debbano rivolgere a me: ce ne sono di dotti, in Calabria, di storici, di teologi, di giornalisti, di antropologi… Io sono proprio l’ultimo degli ultimi, un ignorante qualsiasi. Dico che le Diocesi, la Regione, i Comuni, le Province, il Vaticano eccetera potrebbero e dovrebbero fare qualcosa: a parte che, a gennaio 2014 quasi finito, è tardissimo; ma meglio che niente… e a scanso che Sirleto faccia la fine di s. Francesco di Paola, s. Nilo, Giglio eccetera, caduti dimenticati.
La Calabria, ragazzi, è zeppa di disgrazie: ma almeno due terzi ce le procuriamo da soli; e l’altro terzo sono terremoti.
Ulderico Nisticò