Troppa Germania?

Bismarck

Bismarck

 L’articolo di D. Calderoni merita una pronta e articolata risposta. Devo prenderla, in sintesi, un po’ alla lontana. Fino al XVIII secolo il mondo germanico, assai più esteso di oggi, era diviso in 360 entità statali del tutto o semindipendenti, e, tranne Prussia e Austria, ininfluenti nel quadro politico; e dall’economia soddisfacente senza grandi ambizioni. L’invasione napoleonica sconvolse e trasformò tutto, e, per reazione, nacque la grande filosofia idealistica, che, secondo Fichte, identificò l’Idea con la Germania la materia con l’illuminismo borghese dei Francesi; e condusse i Tedeschi alla grande vittoria di Lipsia del 1813; e, assieme agli Inglesi, a Waterloo. Da allora fu un crescendo di prosperità economica, accompagnata dal massimo possibile per quei tempi di giustizia sociale e rispetto per l’operaio. La Prussia si estese a tutto il Settentrione e alla Renania; dal 1834 costituì una lega doganale con la gran parte della Germania; nel 1866 sconfisse l’Austria; nel 1870, la Francia, e venne proclamato l’Impero nella stessa Versailles conquistata; ma un Impero federale e rispettoso delle identità, non l’appiattimento centralista sabaudo supinamente subito dal Meridione.

 L’autore di questo miracolo, Bismarck, fece di tutto per mantenere la pace in Europa e nel mondo con i congressi del 1878 e 1881; ed evitò, diciamo così, di attirare l’attenzione; si alleò difensivamente con Austria e Italia; mantenne ottimi rapporti con Londra; distrasse la Francia verso le colonie; usò uno stile medio nei rapporti internazionali. Ma, nonostante lui stesso, la sua Germania diventava ogni giorno più ricca e colta e forte, non conoscendo conflitti interni grazie al suffragio universale e alla collaborazione di classe; e sviluppando il massimo della scienza e della tecnologia, e superò la stessa Gran Bretagna in produzione ed esportazioni.

 Il Kaiser Guglielmo II, allontanandosi dalla linea di Bismarck, pretese una politica di potenza coloniale e varò una flotta da guerra modernissima: questo bastò perché Londra si avvicinasse alla secolare nemica francese, e portò in breve alla Prima guerra mondiale.

 Da questa la Germania uscì mutilata e impoverita, e con un disastroso sistema democratico parlamentare passato in proverbio come esempio di disordine: Weimar. Hitler, giunto al potere nel 1933, e sorvoliamo su qualche metodo un poco spiccio!, riportò in pochi mesi il Reich a potenza mondiale economica, e, da lì a poco, militare: troppo. Sappiamo come andò a finire, ma ci vollero milioni di soldati russi, americani e inglesi.

 La Germania Occidentale si riprese in pochissimo, ricostruendo industrie e commerci e strutture civili; e persino la Germania Orientale era la meno messa male del blocco sovietico. La Germania riunificata (1989) provvide nel volgere di un attimo a colmare l’enorme divario con l’Est, e il risultato è sotto i nostri occhi.

 Sì, c’è troppa Germania, al mondo. I Tedeschi sono troppo efficienti, troppo energici, troppo colti, troppo civili, troppo organizzati; se devono fare la guerra, sono troppo valorosi; se volete dei classici greci e latini degni di questo nome, li trovate o a Oxford o a Tubinga: le edizioni italiane sono, al confronto, fumetti; sono riusciti a sopportare la democrazia senza patirne l’instabilità; e, ogni tanto, sono anche troppo primordiali, oscuri, nibelungici, o, al contrario, introversi e folli. Troppo, tutto troppo!

 Oggi sono i più ricchi e stabili dell’Occidente; lavorano e si svagano; osservano il rigore amministrativo; prevengono le crisi sociali invece di aspettare che scoppino: insomma, sono un’altra volta troppo. Non si sono accorti dell’euro, che è poco più di due marchi invece di 1936,27 lire come dissennatamente accettò e subì l’Italia. Anzi, alla fine l’euro è la versione ammodernata del “caporale Mueller”, il vecchio marco prussiano e germanico che era la moneta solida e reale del benessere meritato, mica la cartaccia che stampavano a coriandoli i vari Andreotti, Ciampi e Craxi con l’avallo del PCI e dei sindacati in Italia.

 La Germania della Merkel sta solo dicendo agli Europei di fare come i Tedeschi, perché i Tedeschi non vogliono lavorare a beneficio degli altri Europei. Perché non proviamo a prenderli sul serio e alla lettera?

Ulderico Nisticò

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