La Canale ha preso soldi da tutti, a cominciare dal Consiglio regionale, allo scopo di combattere la mafia. A parte che alla mafia non ha fatto un baffo, soprattutto non ha combattuto un bel nulla, e con i soldini comprava vestiti firmati e si pagava altri lussi. Magari anche lei è innocente fino a sentenza definitiva come si sente sempre nei film americani, però sarei stato lieto e lo sarei ancora se il presidente del suddetto Consiglio, Talarico, e il presidente della Giunta, Scopelliti, e vari altri avessero preso una qualsiasi posizione come, per esempio: “Se è colpevole, deve restituire fino all’ultimo soldino, anche in abiti e gioielli, magari”. Macché, silenzio.
A questo punto, uno si chiede come mai se andate alla Regione, o altri posti del genere, a chiedere quello che Regione etc dovrebbero fare, non per favore, cioè sostenere iniziative culturalmente alte o almeno decenti; se dunque andate a fare una cosa come questa, vi rispondono che ci sono infinite complicazioni burocratiche nostrane ed europee, oppure, secco secco, che i soldi non ci sono. Come mai, di grazie, si trovano invece i soldi per la Canale, per le manifestazioni antimafia segue cena, per tutti i più fantasiosi inventori di diavolerie sulla legalità? Eh, come mai?
Ebbene, sì, può anche essere una scelta: niente storia, niente geografia, niente filosofia, e tutti i soldi all’antimafia. Scelta ridicola, ma se la scelta è questa, che lo dicano bello chiaro, e uno si regola. Però se nell’antimafia che piglia soldi ci sono la Laganà che è stata condannata per truffa, la Girasole che pare amoreggiasse con le cosche e la Canale che spediva i soldi antimafia alle gioiellerie, volete almeno pretendere che, se colpevoli, rendano il denaro?
Ce l’hai con le donne, dirà qualcuno? Ma no, anche i ragazzi di Locri o chi per loro di ambo i sessi hanno beccato 150.000 euro per la radio antimafia che mai trasmise e poi hanno trovato imballata come uscì dalla fabbrica… fabbrica che intascò una parte del 150.000; e sono curioso di sapere dove finì l’altra parte.
A proposito, nessuno scemo del villaggio se ne esca con qualche commento farneticante tipo che se io derido l’antimafia segue cena, con questo sto dalla parte della mafia. Ragazzi, il mio modello di antimafia si chiama Cesare Mori. Chi non lo sa o finge di non sapere, s’informi.
Ulderico Nisticò