E’ costume diffuso in Calabria di riportare dei “santi” in qualche luogo antico e abbandonato. Così dev’essere nata anche l’usanza soveratese, secoli fa, quando ancora sul mare c’era solo la piccolissima S. Maria di Poliporto, e dalla sola chiesa e sola parrocchia, l’Addolorata, scendeva la processione verso il mare: il mare quasi deserto, ma di cui restava memoria che un tempo c’era stata Poliporto. Era dunque necessario che i luoghi, almeno per un giorno, tornassero a vivere. In altri paesi si scendeva al mare per l’Assunta, il 15 agosto.
I santi sono stati portati all’Incontro (“Cumprunta”) di Pasqua, con il suggestivo momento della “Svelata”, quando la Madonna, deposte le vesti nere, appare nel suo colore, l’azzurro; e viene incoronata. Solo allora è veramente Pasqua, e fino a quel momento si dice che la chiesa è a lutto.
Lunedì è l’Angelo, e la Fiera detta di Galilea. “Vi precederò in Galilea”, dice il Risorto. La Fiera è stata istituita verso il 1880; fino agli anni 1980, era soprattutto mercato del bestiame da lavoro e da allevamento, “Fera de’ nimali”, un appuntamento per tutta la Calabria.
Martedì, le statue di Gesù, Maria e Giovanni scendono al mare. Il percorso, che ora segue la rotabile, si snodava lungo le località dette Mortara e Santicelli, con sosta presso la torre, che per questo si chiama Galilea; per scendere fino alla chiesetta oggi del Rosario. Chi vuole conoscerne le vicende, legga La fede tenace. Nel centenario della ricostruzione della chiesa del Rosario, di Ulderico Nisticò, Tonino Fiorita e Italo Sammarro, 2004.
E’ bene ricordare che nel 1881 la sede comunale viene trasferita in Marina, unico caso della costa ionica; ma solo nel 1941 è istituita la parrocchia dell’Immacolata. Quando nel 1963 venne completata l’attuale chiesa parrocchiale, quella di corso Umberto prese il nome del Rosario.
Là giungono i santi; ma è buona cosa che, prima di tornare in collina, salutino l’Immacolata, segno di superamento di certe remore!
Ulderico Nisticò