Oliverio ha annunziato più volte che la prossima giunta sarebbe stata di “alto profilo”. Evidentemente quella di prima era di profilo basso; e del resto gliel’ha cambiata la magistratura, mica lo ha deciso lui. Infatti, egli stesso parla di “discontinuità” con il passato; come se il passato non lo avesse nominato lui, Oliverio! Boh!
Eccoli: Antonio Viscomi, bilancio e programmazione; Carmela Barbalace, economia; Francesco Russo, porti; Antonella Rizzo, ambiente; Roberto Musmanno, infrastrutture; Federica Roccisano, lavoro; Franco Rossi, pianificazione.
Riflessioni a botta calda: 1.Perchè servono un assessore ai porti e uno diverso alle infrastrutture? 2.Perchè servono un assessore al lavoro e uno all’economia e uno alla pianificazione? 3.Che differenza c’è tra programmazione e pianificazione, perché se ne curino due distinti assessori? 4.Che fine hanno fatto la cultura e il turismo e spettacolo? Se volessi presentare delle proposte culturali, da chi vado? Boh!
Questi sette illustri signore e signori, senza alcun dubbio, o almeno speriamo, sono esenti da magagne che facciano piombare loro addosso la carta bollata. Dotati di questa virtù dell’essere incensurati, e speriamo incensurabili anche in futuro, i sette assessori della giunta Oliverio dell’8 luglio 2015 costituiscono finalmente la giunta che si aspettava dal 23 novembre 2014.
Che siano di “alto profilo”, lasciatemene esprimere qualche riserva. Sono quasi tutti dei distinti docenti notissimi ai colleghi e studenti e forse alle rispettive famiglie, ma non al popolo e a me. Che siano professori universitari (ordinari, a contratto, volontari?), non è una cosa rara, con quattro atenei in Calabria! Che siano tre donne, non è una virtù più che uno di loro abbia i capelli lisci e l’altra a boccoli. Erano stati annunziati anche dei giovani, ma si vede che nel frattempo invecchiarono.
Sono universitari, alcuni dei nostri nuovi assessori… eh, quando mai una delle quattro università calabresi ha espresso un’idea, una proposta, uno studio; e figuratevi una critica! Mai, non sta bene.
Un fatto positivo c’è, che abbiamo evitato alcuni personaggi, i cui nomi pure erano circolati, che sono famosi solo per fiumi di parole senza alcuna attuazione. Un giorno Vanda Ferro mi dovrà spiegare come le è venuto a mente di proporre assessore Franco Corbelli! Ma ce lo scansiamo, grazie a Dio.
Insomma, gli assessori dichiarati di alto profilo sono illustri poco noti. Non vuol dire, anche l’America non era stata scoperta prima che Colombo la scoprisse, e può darsi che questi non proprio evidenti “alti profili” si rivelino migliori di A. Guarasci, A. Ferrara, P. Perugini, A. Ferrara di nuovo, B. Dominijanni, F. Principe, R. Olivo, G. Rhodio, D. Veraldi, L. Meduri, A. Loiero, M. Oliverio; G. Nisticò, G. Chiaravalloti, G. B. Caligiuri e G. Scopelliti proseguito in Stasi; e stuoli di inutilissimi assessori. Vero che non ci vuole molto.
Può darsi che siano bravissimi, efficientissimi, capaci non di parlare – ne abbiamo, di chiacchieroni! – ma di agire. Come possiamo fare a rendercene conto o meno?
Beh, il metro di paragone è solare, banale:
– se saranno capaci di spendere i fondi europei, tutti e fino all’ultimo centesimo, senza rimandare a Bruxelles nemmeno un nichelino bucato;
– se saranno capaci di spenderli bene, e non farli finire in mani sbagliate;
– se saranno capaci di accettare e sollecitare la collaborazione degli intelletti calabresi; quelli veri, dico, non amici degli amici;
– se saranno capaci di imporsi ai passacarte e scaldasedie e mezzemaniche e burocrati che vagano per gli uffici;
– se saranno capaci di dire no a tutti gli ammiccamenti e pizzicotti e sorrisi e cene e club service su cui malamente si basa il vivere sociale in Calabria;
– se, riassumendo, blatereranno pochissimo e faranno assai.
Concederemo ai nuovi assessori i cento giorni canonici per vedere che pesci sono. Ne riparliamo l’8 ottobre, salvo incidenti di percorso e sgambetti prima. Già, il Consiglio, esautorato, potrebbe trovare da ridire.
Riflessione politica: i sette sarebbero tutti dei tecnici; ma siccome sono esseri umani e non sono nati ieri, hanno un’area di appartenenza? chi li ha indicati?
Quanto ai tecnici, per sapere come la penso io, vi cito Platone, il quale nella sua città ideale li pone nella terza categoria dopo filosofi e guerrieri, assegnando loro solo funzioni subordinate, esecutive, mai decisionali, cui in genere non sono capaci adatti e fanno danni: vedi governo Monti; e, a proposito di centenario della Prima guerra mondiale, cito il francese Clemenceau detto il Tigre e grande sfornatore di frasi storiche, che un giorno disse così: “La guerra è una faccenda troppo seria per lasciarla fare ai generali”.
Ma staremo a vedere con i nostri tecnici di turno. E auguri di buon lavoro, pronto a lodare chi meriterà di essere lodato; e, ovviamente, il contrario.
Ulderico Nisticò