Porre l’accento sulle questioni cliniche della complessità e, quindi, su quel tipo di paziente che arriva nel reparto di Medicina Interna con pluripatologie che devono essere affrontate contestualmente: questo l’obiettivo della XIII edizione delle Giornate Internistiche Calabresi, appena conclusasi, dedicata quest’anno alla “Complessità Clinica”.
In due giornate si sono susseguite molte sessioni di lavoro durante le quali sono stati analizzati i profili di diversi gruppi di pazienti: dal soggetto diabetico complesso a chi ha necessità di terapia antitrombotica, per i quali è stato fatto un salto di qualità grazie all’utilizzo dei farmaci antiaggreganti che hanno migliorato l’aspettativa di vita, nell’ultimo secolo, di 7 anni per le donne e di 5 anni per gli uomini.
<<Gli antiaggreganti piastrinici sono farmaci molto efficaci – ha dichiarato il prof. Giovanni Davì, direttore della Clinica Medica dell’Università di Chieti. – Recenti studi hanno dimostrato che la cardioaspirina, data in via preventiva, possa avere un duplice vantaggio: prevenire la trombosi e ridurre la mortalità per cancro.>>
<<Il problema principale di chi è sottoposto a terapia anticoagulante – ha sostenuto il prof. Francesco Violi, direttore della I Clinica Medica dell’Università La Sapienza di Roma – sono le emorragie. Per questo occorre monitorare questo tipo di pazienti che possono andare incontro a ictus o infarto>>.
Il prof. Ciro Indolfi, professore ordinario di Cardiologia e direttore del Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche dell’Università Magna Graecia, ha partecipato alla sessione dedicata alle malattie cardiologiche e respiratorie.
<<Le malattie del cuore rappresentano la causa numero uno di morte in Calabria, in Italia e nel mondo – ha sottolineato Indolfi. – Il trattamento, sia farmacologico che con nuovi strumenti come i device, hanno ridotto, negli ultimi dieci anni, la mortalità del 40%. Questo ha comportato un aumento dell’aspettativa di vita, oggi viviamo 7 anni di più. Questo apre un nuovo scenario: calando il numero delle nascite, avremo un mondo di anziani sui quali non sarà possibile operare con tecniche standard ma con operazioni high-tech. Al Policlinico dell’Universià Magna Graecia di Catanzaro abbiamo risorse umane eccellenti e tecnologie di elevata qualità. Abbiamo un polo di eccellenza per quanto riguarda la cardiologia.>>
L’ultima parte è stata dedicata ai malati di fegato per i quali sono previsti trattamenti efficaci ma molto costosi perché caratterizzati da farmaci biotecnologici che hanno risultati straordinari con eradicazione completa della malattia. I costi elevati, per i quali Il Ministero della Salute ha previsto un progetto dedicato per venire incontro ai pazienti, sono giustificati dalle notevoli risorse che le case farmaceutiche hanno investito in questo campo
Durante il congresso è intervenuto il prof. Mannuccio Mannucci, direttore della Fondazione IRCCS dell’Ospedale Maggiore di Milano, considerato fra i dieci scienziati più importanti a livello internazionale, che ha presentato il libro “Aria da Morire”.
Il volume è frutto di studi scientifici, nel quale vengono valutati in modo realistico i danni alla salute derivanti dalla contaminazione dell’aria, riconducibile essenzialmente a mobilità, riscaldamento, produzione energetica e industriale, e fonda le proprie affermazioni sul meglio della ricerca epidemiologica e tossicologica.
<<Il problema dell’inquinamento ambientale viene spesso trattato in maniera sensazionalistica – ha evidenziato Mannucci. – E’ opportuno spiegare, invece, come all’inquinamento dell’aria da polveri, ossidi di azoto e zolfo, ozono, idrocarburi policiclici aromatici e metalli pesanti siano da attribuire rischi aumentati di morbilità e mortalità sia per cause respiratorie, sia per accidenti cardiovascolari, tumori e con un importante coinvolgimento del sistema nervoso ed endocrino. Anche in casa non siamo protetti. Il cosiddetto inquinamento indoor è legato a tutte quelle sostanze che usiamo. I prodotti per pulire e profumare l’ambiente, le biomasse provocate dall’utilizzo di caminetti e stufe, il fumo che si crea quando si cucina: sono tutti estremamente dannosi per la nostra salute.
Cosa fare? Può essere utile prendere strade a bassa percorrenza e nelle ore meno trafficate. Non portare fuori i bambini nelle fasce orarie troppo calde, favorire le energie alternative, utilizzare prodotti naturali e preferire una dieta ricca di antiossidanti con molta frutta e verdure alternative.>>
La XIII edizione delle Giornate Internistiche si è conclusa con un incontro tecnico tra tutti i direttori e responsabili delle UOC di Medicina Interna della Calabria che si sono riuniti per redigere un documento unico sull’organizzazione degli ospedali, per effetto delle nuove disposizioni ministeriali che attribuiscono un maggior ruolo ai reparti di Medicina Interna, da presentare al governatore della Calabria Mario Oliverio.
Molto soddisfatto il presidente del congresso, il dott. Gerardo Mancuso, primario dell’UOC di Medicina Interna nel Presidio Ospedaliero di Lamezia dell’Asp Provinciale di Catanzaro: <<Un bilancio più che positivo per la presenza qualificata di tutti i direttori e degli operatori sanitari delle Unita Operative di Medicina Interna della Calabria. Lo scopo è quello di sensibilizzare su tematiche che riguardano la medicina internistica. I reparti di medicina interna hanno assunto la caratteristica di gestire i pazienti complessi ed è importantissimo confrontarsi sui risvolti terapeutici e diagnostici. Stiamo cercando di portare avanti il concetto di medicina pragmatica per ottimizzare le cure di cui ha bisogno il paziente, in ospedale ma anche a domicilio. Il successo di questi incontri è dato dall’importanza dei messaggi che riusciamo a lanciare e che poi i medici portano a casa, cercando di attuarli nel lavoro quotidiano.>>