Dopo l’interrogazione presentata al ministro della Sanità, il senatore avv. Francesco Molinari, vicepresidente della Commissione Finanze e Tesoro del Senato, interviene sul recente decreto del commissario calabrese Scura. In un comunicato-stampa diffuso oggi dal giornale L’altra Calabria (www.laltracalabria.it) il parlamentare manifesta il suo disappunto sull’attuale situazione sanitaria in Calabria.
«È da vari mesi», scrive il senatore Molinari, «che le OO.SS. calabresi della Sanità cercavano un confronto con il commissario Scura ed il governatore Mario Oliverio sul futuro del settore in Calabria, inutilmente. Addirittura lo scorso 27 aprile i suddetti hanno disertato, senza avviso né giustificazione alcuna, un incontro con i segretari di Cgil, Cisl e Uil, insieme ai rappresentanti regionali di categoria. Doveva sembrare normale, visti i temi della riorganizzazione e della ristrutturazione della complessiva rete sanitaria, che dovessero risultare coinvolti i lavoratori del settore e le loro organizzazioni. Ora, col senno di poi, si può dire che non si è trattato di mancanza di galateo istituzionale. Da un lato i cittadini calabresi, condannati a dover continuare ad usufruire di servizi assolutamente inadeguati, dall’altra i lavoratori, consegnati, chiavi in mano, ai padroni della sanità convenzionata. Saranno queste categorie, le più innocenti a dover pagare il prezzo del fallimento di una classe politica, locale ma anche nazionale. Si ripete un triste copione che ha visto i cittadini italiani dover pagare il fallimento europeo della propria classe politica, questa volta su scala locale. Un prezzo da usura che i calabresi dovranno pagare due volte, per essere sud del sud Italia. Ancora ricordo gli “spot” elettorali alle scorse regionali del ministro Lorenzin, dirette a spiegare come la Regione facesse progressi nel perseguimento del Piano di Rientro…
È difficile pensare che Oliverio non fosse al corrente dell’operato di Scura e del suo decreto, il n° 62: ma è inutile parlare anche di tradimento, si sa che le promesse elettorali non valgono nulla, da noi.
Il modello “Morrone”, come paventavo in una mia recente interrogazione al Senato, verrà esteso alla Calabria intera, facendo della “contrattazione di prossimità” la normalità, al ribasso dei diritti, dei lavoratori e dei pazienti.
Ormai in Calabria si è definitivamente inaugurata la stagione dei «diritti di prossimità» dei calabresi, inferiori a quelli che gli italiani godono nel resto del territorio nazionale».
– www.laltracalabria.it