Manine mosce in Calabria

ulderico  In terre barbare e che sanno ancora di primitivo – Stati Uniti, Paesi Arabi… – quando uno dev’essere messo al silenzio perché dà fastidio, si fa come nel famoso film Mezzogiorno di fuoco: i cattivi sfidano il buono (o viceversa), e, alla luce del sole, Bum bum bum, colpi di pistola, e i cattivi alla fine muoiono; oppure muore il buono; ma tutto di giorno, di fronte a un folto e scelto pubblico. Che selvaggi!

 In Calabria, terra di antichissima civiltà, queste cose da cannibali non si fanno. Vero, qualche rarissima volta capita un delitto, e qualche volta ancora più rara è di mafia, ma è più il chiasso che fa la stampa che l’importanza del fatto in sé; e, nel 95% dei casi, anche 99, la faccenda è interna al sistema mafioso, e lascia indifferenti gli estranei. I giornali scrivono “paese sotto shock”, ma non è assolutamente vero, il paese rotondamente se ne impipa.

 In Calabria, mia amata terra e popolata da gente di raffinato intelletto, altro che duelli: funziona molto meglio la manina moscia. Eh, bei tempi, quando eravamo ragazzini e le fanciulle erano ancora ritrose ante libertà e parità dei sessi: allora si usava la suddetta manina per esplorazioni varie… basta, siamo in fascia protetta. La donzella, se vista, ti rifilava uno schiaffo pro forma; se non vista, manina.

 In Calabria dunque si usa così. Voi dite, si minaccia… Ma no: io credo di aver trascorso almeno metà della mia ormai lunga vita a far nomi e cognomi, e non ho ricevuto mai la benché minima “intimidazione”, manco una telefonata, un consiglio, un sussurro. Mica siamo a Dallas, siamo in Calabria; i metodi sono eleganti, da fioretto. E poi, chi sa, magari pensano che io, matto quale sono, vada in giro armato. Tranquilli, non è così: però, come direbbe Virgilio, furor arma ministrat; ed è meglio un cattivo processo che un ottimo funerale.

 Si piglia uno scrittore – alla lettera, colui che scrive: sullo stile, sorvoliamo – e lo si innalza agli altari della gloria e della vendita di copie, a patto che scriva – alla lettera, scriva – contro la mafia senza nominare mai alcun mafioso vivo e suoi conniventi di zona grigia; contro la politica corrotta senza nominare alcun politico corrotto, meglio se nessun politico in genere; contro l’inefficienza della Regione tutta, esclusi il presidente e i politicanti in carica… e, che non guasta, si dichiari ateo però in ottimi rapporti con qualche prete di poca fede ma molte comparsate in tv. La manina moscia gli fa capire che così passerà in RAI, venderà libri, verrà invitato alle megamanifestazioni galattiche dei libri e plurintervistato, eccetera.; e farà soldi.

 E se uno, siccome è nato storto di testa e per di più a scuola ha studiato l’Iliade, non ci sta? Forse gli mandano due bravi con la reticella e gli spadoni come nelle primitive plaghe del Lago di Como ai tempi di Renzo e Lucia? Ma no, si fa così, in Calabria: qualcuno avvicina il direttore del giornale, del sito, e gli fa un discorsetto così: “Il professore Ulderico è così bravo, e pubblica su cento testate… Non si offenderà, se lo togli dalla tua, manco se ne accorge… Sai, non è nemmeno antimafia segue cena… Pensa di capo suo, è una scheggia impazzita… Non crede allo sbarco di Ulisse”! Insomma, ecco che non ti pubblicano più.

 Devono nominare qualcuno, per esempio per la storia regionale, e UN ha scritto decine di libri, però non è iscritto a nessun club service? Ecco che trovano subito il professorone da intervistare in tv che parli malissimo di un tal nazionalsocialista Goering chiamandolo go-e-ring, cioè mostrando di non averlo mai sentito prima! Lo incaricano, lo pagano. Solo un esempio.

 Ecco cos’è la manina moscia calabrese.

 Dite voi, ma perché non cambi atteggiamento e non ti fai pure tu un amico alla Regione? Ma perché, come dice il nostro volgo, vizio di natura fino alla morte dura. Pazienza, vigliacconi della manina pendula. Però, non si sa mai, prima o poi vi becco, e saranno guai vostri!

Ulderico Nisticò

 

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