Autostrada e turismo

A3-Randace-bis Soverato afferma, o millanta, di vivere con il turismo; e la Calabria tutta ha nel turismo estivo quella che forse è la sola fonte seria di entrate, a parte assistenzialismo e stipendi. La triste e buffa vicenda dell’A3 interrotta infligge un colpo durissimo anche a questa prospettiva. Ricapitoliamo:

  • il tracciato dell’A3 nacque malissimo e con palesi intenti di provincialismo e personalismo; il piccolo merito di Giacomo Mancini di averla voluta è sepolto dal demerito immane di averla pretesa sotto casa sua o altrui…
  • la manutenzione è sempre stata a rattoppi, fino all’evidenza che se una cosa crolla, non è che è scrostato l’intonaco, è che mancava il cemento!
  • la magistratura, che è onnipotente perché è vietato criticarla e tanto meno punirla, sta facendo il suo dovere secondo la sua prassi: con calma, con tempi da passeggiata scolastica;
  • la Calabria è isolata per strada;
  • la Calabria non ha altro modo di essere raggiunta, stante la scomparsa dei treni e il funzionamento effettivo di un aeroporto solo; con 750 km di costa, nessun porto serio: Gioia Tauro è solo un sistema di gru;
  • non oso immaginare cosa stia accadendo a Laino e dintorni;
  • il turismo, già estemporaneo e mordi e fuggi, perderà anche i fine settimana.

 La Calabria è soggetta a qualche potentissimo malocchio? Ma no, è tutta colpa nostra, è l’incapacità della politica, la pigrizia dei burocrati, la complicità della cosiddetta pubblica opinione, la ristrettezza di vedute degli operatori economici in genere e turistici in specie.

 Per il 2015, non c’è niente da fare; al massimo, sperare che si apra una corsia almeno per i mezzi pesanti. Per l’avvenire ci vorrebbero idee innovative e autorevolezza di imporle. E chi, una Regione che dopo sei mesi non ha ancora una Giunta completa? Una burocrazia di analfabeti con laurea? Un turismo di appartamenti affittati rigorosamente in nero mentre se ne fregano sia il fisco sia le questure?

 Ne sono perfettamente consapevole. E allora, perché parlo? “Per isfogar la mente”, direbbe padre Dante. E io aggiungo, invano.

Ulderico Nisticò

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *