Piccoli comuni e legalità a gogò

Satriano

Satriano

 Tutti a rispettare la legalità segue cena, tranne quando la legge sfiora le personali terga. Lo Stato ha emanato una legge per l’accorpamento dei comuni inferiori a 5.000 anime, e se la tengono nascosta; anzi hanno tenuto pure un convegno a Napoli per dire che della legge se ne fregano.

 Tanto nascosta, la legge, che nemeno io, che di conurbazione parlo da trent’anni, lo sapevo. Adesso lo so, e ne pretendo l’applicazione. Dura lex, sed lex: cultura della legalità, no? Segue cena.

 Su 409 comuni della Calabria, a occhio ne devono sparire almeno tre centinaia. Vediamo che accade dalle nostre parti, diciamo il Golfo di Squillace e le Serre; ivi contano meno di 5.000 i seguenti nobili paesi:

 Riace, Stignano, Placanica, Camini, Monasterace, Stilo, Bivongi, Pazzano, Nardodipace, Fabrizia, Mongiana, Spadola, Brognaturo, Simbario, S. Caterina, Badolato, Isca, S. Andrea, S. Sostene, Satriano, Cardinale, Torre R., Gagliato, Argusto, Petrizzi, Gasperina, Montauro, Stalettì, Squillace, S. Floro, S. Vito, Palermiti, Olivadi, Centrache, Cenadi, Vallefiorita, Amaroni, Cortale, Caraffa C., Soveria Simeri, Sellia, Zagarise, Belcastro, Rocca B., S. Severina… Abbuoniamo la condanna a Montepaone, Sellia M., Botricello, Sersale, che ai 5.000 si avvicinano. Come vedete, quelli superiori a 5.000 si contano!

 Insomma, quasi tutti i nostri comuni sono a certezza di sparizione, secondo la legge. Attenzione, sparizione in quanto comuni, mica intendiamo raderli al suolo e deportarne gli abitanti! Bisogna solo che si adeguino all’esigenza di mettere assieme le loro sorti a quelle dei paesi confinanti.

 Non mi fate ripetere. Conurbazione non è altro, e non è nulla di meno o variante di una fusione tra Comuni per fare un Comune nuovo unico con un sindaco unico e quanto ne segue. Le altre cose, come integrazione di servizi sono altre cose e non conurbazione.

 Farà dunque risparmiare qualche stipendio: se però fosse solo questo, la spesa, con tutti i passi e procedimenti, non varrebbe l’impresa. Lo scopo della conurbazione è consentire l’uso ragionevole della principalissima risorsa di ogni comunità: il territorio. Qualunque cosa vogliate farne – turismo, industria, agricoltura, boschi, pascolo eccetera – il territorio è la risorsa prima, e se male adoperato e indirizzato, il danno è secolare, e i rimedi, quand’anche possibili, sono lunghi e pesanti.

 Vi porto un solo esempio. Soverato è ancora il centro più popoloso e meglio dotato di servizi del Basso Ionio catanzarese. Ebbene, le circostanze hanno ridotto il suo agro comunale a 7,5 kmq.; e lo vediamo costipato tra una sua piccola zona industriale (Caldarello) e la vasta zona industriale di Satriano (Nigrello – Laganosa), entrambi esempi di spreco di aree che andavano destinate al turismo. Esempi ancora più curiosi ce li fornisce Gasperina, con agro sotto Montepaone e sotto Stalettì, e senza mare; o Petrizzi, con una “zona turistica” in alta collina e lontana da una spiaggia, che del resto è di Montepaone o Soverato. In queste e altre non meno complicate situazioni – dimenticavo Satriano nel bel mezzo di Davoli! – come si fa un piano regolatore, o qualsiasi altra seria programmazione?

 Ma dove metteremo le sedi comunali? Boh, al centro di ogni nuovo Comune. E come farà la vecchietta a raggiungere l’ufficio per un certificato? Con una delegazione per quartiere, un ufficio con un piccolo computer e una robusta stampante.

 E poi, ragazzi, la volete rispettare o no, la legge? O solo per scrivere libri con centomila copie e nessun lettore? O progetti retribuiti a scuola? Cultura della legalità, caspita, e non a gogò e convenienza!

 A proposito: le cronache delle elezioni in corso dovrebbero essere un argomento ancora più pesante a favore di comuni con molti abitanti; sarebbe, diciamo, una questione di statistica, indovinare i numeri con maggiore probabilità. Non so se mi spiego.

Ulderico Nisticò

 

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