Oggi è 24 aprile, e inizia il sesto mese dal 23 novembre, quando abbiamo votato per la Regione; e non abbiamo la Giunta.
Vedete, la speranza è un espediente della natura per consentirci di vivere nonostante le evidenti difficoltà; chi ne è privo, finisce in depressione e muore. È per tale ragione che persino in Calabria ogni tanto ci facciamo prendere dalle illusioni: Pino Nisticò? Uno scienziato caro a Silvio! Peppino Chiaravalloti? Un giudice, e per di più amico del suddetto Berlusca. Scopelliti? Il modello Reggio! Più terra terra, s’illusero anche di Loiero in qualità di portatore almeno di democristiane furbate. Com’è finita, lo sapete, un fallimento senza rimedio. Idem per quelli più antichi, che nemmeno nomino per non sprecare elettronica.
Io il 23 novembre non volevo votare, poi, per una ragione di memoria amicale, mi sono deciso a dare il voto, che, perciò e solo per ragioni procedurali, è finito alla Ferro: questo è il passaggio. Sapevo di votare per i perdenti, e intanto m’illudevo che Oliverio potesse essere, se non migliore, il meno peggio, e facesse qualcosa. A tutt’oggi, grandi annunzi, promesse, dichiarazioni, minacce di sfracelli ai passacarte renitenti, e basta: fatti, scarsi e nulli.
Nomina quattro assessori, e subito perde la Lanzetta; e siamo a tre. Riesce a far passare il nuovo statuto, e potrebbe nominare gli altri: trascorre un mese, e niente di niente. La Calabria è l’ultima d’Europa per occupazione; e due miliardi di euro di fondi europei rischiano di andarsene via entro il 2015. E Oliverio non nomina la Giunta. E i giornali, silenzio.
A proposito, anche Soverato, nel suo piccolo, perderà, se non si spiccia, due milioni e settecentomila (2.700.000,00) euro di lavori per il Fronte mare. Mica poco!
Ma torniamo alla Regione, e a come anche Oliverio si sta avviando a far parte dell’elenco degli esseri inutili e dannosi che hanno governato (ridete!) la Calabria dal 1970 ai giorni nostri. Mi pare evidente che se non nomina la Giunta è perché ha dei grossi guai interni al PD, l’accozzaglia di partiti che fingono di essere un solo partito e in realtà si odiano e sono in continua guerra per i posti e il potere in genere. Deve tenere conto delle infinite correnti, eccetera.
Fu così che giungemmo al sesto mese senza assessori. Per quanto mi potrebbe importare, senza assessore alla cultura e roba simile, in una Calabria che di cultura singola, solitaria e monadica ne ha più o meno quanto gli altri, però è totalmente priva di ogni organizzazione della cultura, e perciò avrebbe bisogno di un assessore non personalmente colto, anzi meglio se non lo è, ma capace di far lavorare i colti. L’assessore alla cultura non deve sapere come si fa l’aoristo terzo o la dimostrazione del teorema di Pitagora, deve mettere matematici e grecisti in condizione di far buon uso della loro scienza a vantaggio della Calabria. Lo fa? No, perché non esiste.
E così tramonta anche la tenue illusione di Mario Oliverio. Quando manderanno un commissario generale della Regione come c’è quello della sanità?
Ulderico Nisticò