I pochissimi che, quasi solo per passatempo e cortesia, parlicchiano del 31 maggio, si pongono e mi pongono la domandina: Ma chi sarà il prossimo sindaco? Come se un sindaco fosse taumaturgo, mago Zurlì, Abracadabra, onnipotente e onnisciente, un santo e un eroe cui affidare la salvezza miracolosa della patria. Non uno che, manco per sbaglio, si chieda: Dissesto o riequilibrio? Quale follia ha fatto accumulare una montagna di debiti senza quasi un’opera pubblica? Come mai cala la popolazione? Perché Soverato è il comune a più alto tasso di vecchiaia? Cosa si fa per la prossima stagione turistica? Che mi dite di fogne, strade bucherellate, marciapiedi, edifici inagibili, raccolta differenziata e spazzatura in genere? Che della macchina burocratica…
Neanche davvero avesse la bacchetta magica, il sindaco Caio, o Mevio, o Tizio, o Sempronio potrebbe da solo mettere mano a tutti o qualcuno dei problemi di cui sopra. A un sindaco, fosse anche un’aquila d’ingegno e uno stregone come Apollonio di Triana o uno infaticabile più di Stacanov eccetera, occorrono due elementi indispensabili:
- idee non velleitarie o fantasiose o sognanti, bensì fondate su analisi sociologiche, economiche e finanziarie;
- collaboratori valenti e fidati.
Se vi pare convincente questo ragionamento, non chiedetemi più chi sarà il prossimo sindaco; parliamo, se mai, di perché ci dev’essere un sindaco; e quanto durerà il prossimo sindaco.
Ulderico Nisticò