Per quel poco che trapela (e per quell’ancora meno che pare interessare i cittadini), la preparazione delle liste del 31 maggio è all’insegna di “Ti vuoi candidare con me?”, o “Vo’ u ti metti cu ‘mmia a lu comuni?”, in versione vernacolare. Vero che le voci che circolano sanno un po’ tutte di ballons d’essai, quei colpi di artiglieria che si mandano per vedere che fa il nemico; e alcuni nomi sono per l’appunto solo provvisori; ma se pigliamo sul serio le notizie che si leggicchiano, è chiaro che:
- un candidato vincerà per banali ragioni procedurali: basta un voto in più: ed ecco la ragione del “Ti vuoi candidare con me?”, a caccia di un voto in più;
- il vincitore del 31 maggio ha scarse probabilità di mangiare il panettone di Natale. Dite, ma tu fai congetture? No, mi ricordo!
Del resto, ogni erba si conosce per lo seme. Se liste e candidature si fanno, come si stanno facendo, per mera sommatoria di portatori di voti e famiglie numerose, finirà così, per evidente mancanza di motivi di aggregazione e di programmi…
Ragazzi, la politica è un’arte, una scienza; e come scienza e arte, ha delle regole: la prima è che in un movimento, partito o simili si può stare se c’è una comunanza ideale, morale, ideologica. Con le somme, si va dove sappiamo da ben due esempi recenti.
Ma come, programmi? Tutti stanno dicendo che Soverato ha vocazione turistica e che faranno questo, e che faranno quello… Ragazzi, di “programmi” come questi ve ne scrivo seicentosessantasei entro stasera, e ci aggiungo pure la lotta antimafia, la cultura, il consorzio delle noccioline e l’ovvio.
E i pochi che di programmi parlicchiano, danno l’impressione di star discutendo della Soverato degli anni 1970, ricca e in crescita; anzi, la sola località dello Ionio tra Crotone e Roccella. Nessuno che dica una mezza frasetta su alcuni problemini quali:
- precipitoso calo demografico;
- invecchiamento della popolazione: triste primato soveratese;
- voragini delle finanze e rischio di dissesto;
- chiusura negozi;
- turismo degli appartamenti in nero;
- degrado di strade e strutture;
- varie ed eventuali.
Macché, tutti parlano come se Soverato fosse il Paese del Bengodi da trasformare in Eldorado e Paradiso Terrestre.
Chi dovrebbe affrontare i sette problemini? Intanto, la pubblica opinione, la quale invece si divide in due categorie: il 90% tace; il 10%, gli intellettuali, risponde alla calabrese: con soluzioni globali, universali, palingenetiche, millenaristiche, sempre e comunque da rinviare al prossimo millennio. Dovrebbe parlarne i candidati; ma non possono parlarne i candidati perché:
- non sanno ancora se saranno davvero candidati: vedi ballons d’essai;
- saranno candidati solo perché, in possesso di famiglia numerosa, portano voti.
Ciliegina sulla torta: sono decenni, ormai, che la politica di Soverato viene decisa a Catanzaro, Lamezia, Reggio, Satriano, ora anche a Monasterace… tranne che a Soverato.
Ulderico Nisticò