“Che sempre l’uomo in cui pensier rampolla sovra pensier, da sé dilunga il segno”. Tale Normanno, ammesso si chiami davvero così e non sia una specie di signora Iolanda o Claudio Maria Pennisi, mi fa dire cose che non mi passano manco per la mente: e il ciuccio vola.
Ognuno può farsi i convegni che vuole, e dire quello che gli pare; e io sono libero di andare o non andare a un convegno pubblico. Non solo io non ho desiderato un invito a Catanzaro (e del resto in convegno mica era a invito, era aperto), ma, al contrario, evito ogni ombra di massoneria anche per sbaglio o di striscio, soprattutto da quando, anni fa, un cronista sprovveduto e disinformato elencò anche me tra i massoni di non ricordo quale casuale occasione, e io dovetti far uscire una secca e smentita. Tra me, cattolico e fascista, e i massoni ci sono milioni di anni luce: nulla di personale, ho anche amici che so essere massoni, ma miliardi di anni luce di distanza ideale e culturale e politica eccetera.
Inoltre, se io dovessi andare a tutti i convegni di cui si legge… già mi bastano i molti dove devo fare da conferenziere o relatore.
D’altro canto, il Normanno, ammesso veramente sia stato presente a Catanzaro, non deve aver capito molto: i relatori, Mieli compreso, hanno detto maluccio di Garibaldi e delle sue promesse. Alla faccia della fratellanza di loggia. Oppure questi erano di un Oriente e Garibaldi di un altro? Boh, non m’intendo, grazie a Dio, di queste cose.
Io contesto lo schema interpretativo del convegno, che è meramente economicistico da liberali, che sono peggio dei marxiani, e non tiene alcun conto dei fattori ideali, spirituali, religiosi, tradizionali, mitici, e soprattutto politici del 1860. Tesi liberali, che non mi commuovono; e che conosco a memoria senza bisogno di sentirle per la centesima volta.
Sembra di sentire Paperon de Paperoni: capisce solo soldi, soldi, soldi, materia, interessi, comodi… E chi ha in testa e nel cuore solo soldi, non può capire che un suddito dei Borbone volesse combattere per fedeltà, per onore, per spirito d’avventura… O un giovane arruolarsi per ideale con Garibaldi, fregandosene della proprietà o meno della terra. Macché, capisce soldi, solo soldi, soldi!
Se vuole conoscere il mio pensiero sul XIX secolo, il Normanno, ammesso che esista, legga il mio “Storia delle Italie dal 1734 al 1870”, Città del sole ed. Si trova in tutte le buone librerie.
Ulderico Nisticò
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