Creditore insoddisfatto?

massoneria1 Il gran convegno massonico di Catanzaro? “Parturiunt montes, nascetur ridiculus mus”: è nato un topolino dalla montagna! Si sono mossi storici di gloriosa fama, per ripetere, dopo un secolo e mezzo, il ritornello della promessa delle terre ai contadini da parte di Garibaldi… e che dunque il Sud, deluso nel 1860, sarebbe oggi un “creditore insoddisfatto” del resto d’Italia. Insomma, un bussare a quattrini per risarcimento del fatto che Garibaldi prima e il governo italiano poi non diedero quello che avevano allegramente promesso.  Come un qualsiasi Pino Aprile e un raduno di sedicenti “briganti”, anche gli storici superaccademici e Paolo Mieli sono venuti a giocare al gioco da bar dello sport che la colpa è sempre dell’arbitro, e comunque di qualcun altro, e mai nostra.

 E invece la colpa politica fu di un Regno delle Due Sicilie che si estraniò da ogni politica estera dal 1850; e che manteneva un esercito numerosissimo e da parata e feste dei santi, praticamente un espediente per ovviare alla disoccupazione: esattamente come la sanità dopo il 1970; e una polizia inefficiente e stupidamente fastidiosa più che oppressiva.

 La colpa fu di Francesco II che non era nato per fare il re in tempo di guerra; e doveva abdicare, se non se la sentiva; o darsi malato e lasciar comandare l’unico uomo del suo Regno di ottimisti disperati ed edonisti paciosi: Maria Sofia.

 La colpa fu dei liberali, i quali seppero fare una cosa sola: sbracarsi a Garibaldi e a Vittorio Emanuele, accettare l’annessione e basta, senza alcuna trattativa, senza alcuna condizione, senza pretendere che ciò avvenisse per gradi. I loro omologhi toscani, l’anno prima, avevano imposto il mantenimento del Codice Leopoldino delle leggi, che restò in vigore, nel solo ex Granducato, fino al 1890. Nel 1871 sarà il re di Baviera a incoronare imperatore il re di Prussia, a simbolo di unità politica nel rispetto reciproco delle identità storiche. Qui da noi, niente del genere, solo una piatta e passiva annessione, e per di più anche sorridente. E dire che i deputati meridionali eletti nel febbraio del 1861 costituivano la maggioranza numerica della Camera!

 Sì, ma chi erano? Erano quelli che sono ora i deputati meridionali, con rarissime eccezioni in un secolo e mezzo: ignoranti in genere, e soprattutto di politica; dialettofoni, con oggettive difficoltà di traduzione in italiano; moralmente rotti a tutti i compromessi; povera gente di paese catapultata in posti che non avevano prima mai sentiti nominare: Torino, Firenze, Roma.

 Dico i Meridionali del continente; diverso fu, più nel male che nel bene, ma diverso e maschio l’atteggiamento dei Siciliani e della Sicilia in quanto popolo, che, o in loggia o in cosca o alla luce del sole, trattarono con il Nord, e ottennero, e ottengono.

 Ora, secondo i “fratelli” riuniti a Catanzaro, il Sud dovrebbe riscuotere un credito? Beh, il convegno se lo son fatti da soli, senza contraddittorio; o qualcuno avrebbe fatto notare loro che, per esempio, la Calabria sta per perdere i famosi due miliardi di euro di fondi europei. Colpa di Enotri, Fenici, Greci, Sanniti, Romani, Bizantini, Normanni, Angioini, Aragonesi, Spagnoli, Borbone, Garibaldi, Savoia? No, colpa della Regione Calabria, dei suoi ottusi burocrati e tonti politicanti: moltissimi dei quali sono affiliati a qualche Grande Oriente, e incappucciati e ingrembiuliti.

 Colpa “nostra”, storici massoni e annessi. E siccome già abbondano i bufalari che blandiscono le orecchie dei Meridionali e ne illudono le speranze di soldi e posti, non c’era bisogno che al malvagio coro vi aggiungeste voi.

Ulderico Nisticò

 

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