Faccio solo il mio dovere, ovvero La missione del dotto

ulderico Sono stati davvero troppo gentili gli amici del Liceo Scientifico di Soverato. Io, e non lo si pigli per retorica, ho fatto solo il mio dovere. E già, la fichtiana missione del dotto, cioè se uno sa fare qualcosa, la deve fare in pro della sua comunità; e se no, se la cultura uno se la tiene per sé, non serve a niente, piano piano diventa il solipsismo, una mezza malattia mentale se non una intera.

 La Settimana del cervello, voluta dalla Scuola, dal preside Gallelli, e dall’Accademia, organizzata con grande perizia dal prof. Rispoli, e con relatori di eccezione come i proff. Barni, Scerbo, molti altri, e l’astrofisico Frontera è stato un successo non solo per i contenuti (sarebbe bello pubblicare gli Atti!), ma anche, e, per quanto diciamo, forse ancora di più per la costante partecipazione dei professori e degli studenti, cui si deve la Mostra. Quando una Scuola crea invece di trasmettere soltanto, ha raggiunto e superato il suo scopo.

 La varietà delle tematiche ha assolto alla funzione che la cultura deve avere, quella di stimolare, di provocare, di far vedere, di qualsiasi cosa, più aspetti, anche contraddittori. Ecco il senso del dibattito (non conferenza, a dire il vero) tra Tullio Barni e me, evidentemente piaciuto alle Quinte classi, che hanno avuto dal vivo un esempio della più antica e più futura diatriba culturale della storia del pensiero: quella tra fede e scienza, tra metafisica e fisica! Un dibattito vivace tra amici, non privo di punte polemiche, un duello alla sciabola mascherata di fioretto. Già, il dotto ha la missione di far pensare gli altri, non di farli pensare quello che vuole lui.

 Torniamo a noi. La missione del dotto, in una Calabria sempre zeppa di poeti e filosofi solitari e poco desiderosi di socialità, sarebbe utile e indispensabile, e invece manca, o comunque non è organizzata. È per questo che, quando capita un’occasione – e, grazie a Dio, ne capitano – io non dico di no a nessuno, e tanto meno agli amici.

 Resto a disposizione di ogni buona causa.

Ulderico Nisticò

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